torno a scrivere dopo un bel po'. non ho proprio avuto tempo e voglia, negli ultimi mesi..
spinta da un post altrui, affido alla rete qualcosa di quello che quest'anno è successo nella mia quarta, perché chi passa per caso di qua rida, pianga, tragga le sue conclusioni su dove siamo andati a finire.
noi insegnanti siamo quello che i nostri insegnanti ci hanno fatto diventare, in un certo senso. abbiamo comportamenti che imitano quello che ci è piaciuto quando andavamo a scuola dall'altra parte della cattedra. dalla mia prof di matematica, che per altro odiavo, ho preso l'abitudine di tenere un quaderno per ogni classe, una pagina per ogni aunno: scrivo quello che fanno, quello che sanno e che non sanno durante le interrogazioni, come si comportano... spesso, nei colloqui con i genitori, queste annotazioni mi sono servite per chiarire le cose. confesso che ultimamente temo che mi potranno servire per pararmi il culo. ho una classe (la quarta) disastrata in tutti i sensi. non solo non sanno un tubo di matematica ma sono maleducati ed arroganti. ma siccome alla fine dell'anno, quando darò i voti (e se continua cos' anche i numeri), temo che il mio DS mi dirà che non ho saputo insegnare, che non li ho saputi capire e che (peggio!) sono stata solo io a mettere note disciplinari, almeno avrò questi appunti a sostenermi nelle mie decisioni...
ed eccoli qui (per la privacy metterò solo le iniziali dei nomi):
5 dicembre, durante un compito in classe: V rutta sonoramente e bestemmia. S entra in ritardo perché è andato in giro ad organizzare una festa, così non è riuscito a dire a R cosa doveva ordinargli per pranzo (si devono fermare al pomeriggio e ordinano alla pizzeria). così R, per rimediare, chiama la pizzeria col cellulare ed aggiorna le ordinazioni. E vuole a tutti i costi uscire per andare in agno, rispondo che sa benissimo che durantre i compiti non si esce e lei dice che è sequestro di persona. S fa battute idiote (jawohl: dentro duro e fora mol, per esempio).
30 gennaio: Sc mangia e usa il cellulare, T si controlla il trucco allo specchietto, intanto parlano del più e del meno tra loro.
13 febbraio: S passa le due ore di lezione (sto spiegando) seduto tra Sc e T, chiacchierando serenamente e lanciandosi una bottiglietta d'acqua vuota con V. Sc prende il cellulare di F e si fa una fotografia abbracciata a S.
18 febbraio: S si alza e va in giro per la classe a parlare con gli altri. si giustifica dicendo che è stanco di stare seduto....
27 febbraio, altro compito in classe: vedendo che ci sono anche domande di teoria, V dice "cosa si è fumata?" a voce non così bassa che io non passa sentire. S si dondola sulla sedia e rischia di cadere.
24 aprile: B esclama risentita: "ma è possibile che lei non possa scrivere alla lavagna in stampatello?!"
.... continuo? e ho tralasciato le cose direttamente inerenti alla matematica, tipo " ma ci sono dei numeri tra 0 e 1?" oppure "ma dove lo metto 1/2 sull'asse delle x?" o anche "ma se prima c'era 1+13/5, perché lei adesso ha scritto 18/5?"
mi rendo conto che qualcuno che legge potrebbe anche chiedersi che cosa ci sto a fare, come mai non riesco a mantenere un po' di disciplina. me ne rendo conto, vista da fuori la situazione può sembrare strana, ma è così, nella mia scuola è così. e noi insegnanti siamo divisi tra quelli che mettono le note e mandano gli alunni dal preside (i rompicoglioni come me) e quelli che lasciano correre perché vivono più serenamente, hanno meno problemi.
perché alla fine, nel colloquio che forse avrò con il mio DS, io passerò per l'incapace che non li ha saputi prendere, mentre i miei colleghi che non si sono lamentati di nulla avranno fatto bella fiugura...
credo che ci siano due errori di fondo che portano a orrori come questi. il primo è pensare che la scuola debba educare: è la famiglia che educa, la scuola deve istruire. è vero che questi sono poveri bambini sperduti che la famiglia spesso non ce l'hanno, o se c'è è talmente impegnata a far soldi che ha trasmesso solo disvalori. ma delegare a noi la soluzione del problema serve a poco.
il secondo errore è non imporre regole ferme a scuola, anzi, non farle rispettare (perché scritte nel regolamento d'istituto, per far bella mostra di sé, ci sono).
si pensa che "lasciar correre" sia "capire" le esigenze dei ragazzi, ma in realtà è far loro del male.
P.S. mi sto trascinando stancamente verso la fine dell'anno scolastico. ho fatto domanda di trasferimento (solo su licei) e ci spero molto, anche se mi dicono che la situazione è più o meno questa ovunque. se mi guardo indietro mi rendo conto che non ho fatto un buon lavoro, quest'anno: ho mollato, e non avrei dovuto. ma anche la mia pazienza ha un limite. soprattutto non ho più fiducia nei miei alunni. e questo è peggio ancora.