venerdì 21 novembre 2008

cena di classe

vado fuori a cena con i miei compagni del liceo, 35 anni dopo la maturità... sono emozionatissima. chissà se ci sarà anche lui.

giovedì 13 novembre 2008

brutti pensieri

a volte mi domando cosa mi trattenga dal tagliarmi le vene per lungo.

giovedì 6 novembre 2008

storie grandi e piccole

gli Stati Uniti hanno il primo presidente nero della storia. c'è grande aspettativa per quello che farà... io spero solo che dia una bella imbruttita a Silvio, se mai capiterà in Italia. spero anche che quelli là si sentano meno tronfi, ora, meno sicuri. ma chissà...
stamattina andando a scuola sentivo le notizie alla radio e ho pensato che stavo assistendo ad un momento storico veramente eccezionale. poi mi sono venuti in mente tutti gli altri che ricordo, che sono tanti e tutti eccezionali. ero piccola quando è stato assassinato JFK e ne conservo un ricordo terribile. e il primo uomo sulla luna, la notte che siamo stati svegli, io e papà, a guardare quel primo piccolo, tremolante, grande passo. il muro di Berlino che veniva giù, demolito dalle martellate di centinaia di persone incredule e felici. quante cose sono successe in questo mondo, quante ormai ne ricordo come se fossi una nonna che racconta vecchie storie ai nipotini. mi sento vecchia, a volte. la mia vita è ormai per la maggior parte dietro di me. di quello che ci sarà davanti non so che pensare, non so cosa aspettarmi. non so se aspettarmi qualcosa.
se n'è andato Michael Crichton e non sapevo nemmeno che fosse malato. ho letto tutti i suoi libri e lo sentivo quasi come un amico, un fratello, uno con cui ami discorrere e confrontarti. lo trovo geniale. le sue storie hanno spesso affrontato questioni che sul momento sembravano fantascienza, ma che finivano per diventare estremamente reali ed attuali nel giro di poco tempo.
mi mancheranno i suoi nuovi libri. Travels mi segue ovunque vada.
intanto Paolo ha ricominciato a parlare di morte. e mi sento i brividi. speravo che fosse passata, e sarà vero che è normale che gli adolescenti ne parlino, ma mi sento i brividi lo stesso.

venerdì 31 ottobre 2008

esportare capitali

ho appena visto annozero.
ho capito che esportiamo ancora capitali all'estero, solo che questa volta non sono milioni di lire nascosti in borsoni anonimi. sono persone fatte di carne e sangue, e soprattutto cervello, che se ne vanno dall'Italia che ha pagato (poco e male) per la loro istruzione e che ora li costringe ad andare all'estero a capitalizzare altrove il loro patrimonio culturale. la ricerca italiana li rigetta come fossero organismi estranei, virus di una malattia (la voglia di studiare e mettere a frutto il prodotto dello studio) da debellare.
che tristezza.

sabato 25 ottobre 2008

facinorosi

sono così belli, i ragazzi che manifestano in questi giorni...
chissà... sarà che ogni generazione ha bisogno delle sue lotte. ho visto il '68, il '77, la pantera... c'è bisogno di lottare per quello in cui credi e quando sei così giovane, pieno di speranze, e tagli la vita con l'accetta, di quà il giusto, di là lo sbagliato... non so, mi fanno tenerezza.
precisiamo: condivido in tutto e per tutto i motivi della lotta. non so se loro li conoscono bene. non so se abbiano la visione precisa di quanto sia pericoloso, e profondamente ingiusto, quello che il governo vuole fare. io alla loro età non credo che avrei capito bene tutto. non so se siano tanto più preparati. di certo sono svegli, si sono informati, non si affidano ai vecchi slogan, ne hanno inventati di nuovi.
sono belli, mi fanno sperare.

giovedì 16 ottobre 2008

vietato l'ingresso agli extracomunitari e ai cani

mi domando cosa accadrà ancora.
si dichiara di voler riformare la scuola mentre in realtà le proposte riguardano l'abbigliamento, il voto di condotta, una numero di tagli di personale pari a 20 volte quello minacciato per l'Alitalia (ma per la scuola nessuno si straccia le vesti) e ora questo che viene spacciato come aiuto alla vera integrazione ma in realtà è ghettizzazione.
è vero, ci sono molti alunni stranieri che parlano poco e male l'italiano, che a volte creano problemi ma che spesso (soprattutto alle elementari) sono un arricchimento per la classe. la soluzione sarebbe affiancare ad ogni classe con alunni stranieri un mediatore culturale, potenziare l'insegnamento dell'italiano. ma no, troppo facile. meglio metterli tutti assieme (che lingua impareranno tutti assieme, poi?) e aspettare che siano in grado di conoscere la nostra cultura, i nostri usi e costumi. poi, quando saranno in grado di sapere che per diventare presidente del consiglio bisogna essere molto ricchi e molto imputati, e che per diventare Giudice della Consulta giova essere imputato di favoreggiamento nei confronti del presunto stragista Delfo Zorzi (Piazza della Loggia) ... poi li ammetteremo in classe con i bravi (?) alunni italiani, ma solo in percentuale bassa, proporzionata al numero complessivo di alunni, se no diventano una maggioranza e magari si accorgono che li abbiamo trattti male....
non ho parole, solo parolacce.

martedì 14 ottobre 2008

cambiamenti

ho preso il toro per le corna: visto che non trasloco più, perché con questi chiari di luna nessuno si vuole comprare la mia casa al prezzo che voglio io, ho deciso che era ora di dare una sistemata radicale.
così ho cominciato a ridipingere tutto: la settimana scorsa i bagni, questa settimana camera mia.
ora dormo in una bella stanza azzurro cielo e siccome non mi bastava cambiare colore, ho cambiato anche il letto... ho messo i letti dei mie nonni, di radica di ciliegio, tutti intarsiati, che hanno un centinaio d'anni. stanotte dormirò dove sono nati tutti i miei zii.
chissà che non riescano a farmi dormire più serena.
e via quel letto col convitato di pietra, dove ho dormito per quasi venticinque anni con lui e per quasi cinque da sola.
non sento più le mani per la fatica, ma sono contenta. comincio a voltar pagina, comincio a cambiare la scenografia.
nella vita di una donna, tutto, anche il dolore più grande, fa capo alla ritinteggiatura di casa?

domenica 28 settembre 2008

sapere, saperi

quando ero piccola avevo problemi con le tonsille. le frequenti infezioni mi avevano portato a soffrire di reumatismi, tachicardia e soprattutto febbriciattole costanti: qualche linea che cominciava ad affliggermi in novembre e se ne andava in primavera. finiva che stavo a casa da scuola per quasi tutto l'inverno, tanto che la mia (unica, allora) maestra dovette truccare il registro delle assenze per non farmi perdere l'anno. ho un vivo ricordo di queste permanenze forzate a casa... per un po' passavo il tempo a giocare con le bambole, venivano le mie amiche a trovarmi, mi godevo le coccole da malatina. poi mi stufavo. e cominciavo a spulciare fra i libri di mio padre e leggevo.

casa mia è sempre stata un mondo a parte, riguardo ai libri. ne avevamo a centinaia, erano ovunque, persino in cucina. in salotto e nello studio c'erano due librerie enormi, che papà si era fatto fare su misura da un falegname. quando arrivavano i rappresentanti delle case editrici (che allora spesso vendevano porta a porta) mia mamma si metteva le mani nei capelli ma papà aveva le bave alla bocca. non spendeva per nulla salvo che per i libri, i francobolli, le sigarette e la Settimana Enigmistica. credo che l'aggettivo "libridinoso" sia stato inventato per lui. ha trasmesso questo amore, questa passione, anche a noi tre suoi figli e io sto facendo di tutto per trasmetterlo ai miei. con ottimi risultati, per ora.

per cui leggevo... anche le enciclopedie, anzi, soprattutto quelle. l'amore per la lettura, per la ricerca, per la conoscenza, credo mi sia nato così, e non mi ha più abbandonata. internet ora è il paese dei balocchi, per me... sono sicura che lo sarebbe stato anche per mio padre, anche se credo che sarebbe rimasto sempre affezionato, come me, alla carta stampata...

insomma ho letto, ho curiosato, mi sono riempita di "saperi" così tanto che ora i mie figli mi chiedono qualunque cosa, su qualunque argomento, sicuri del fatto che darò loro la risposta giusta. e la cosa curiosa è che di solito è così...

Paolo mi chiama "le so... tutte!". Nichi mi usa come dizionario vivente. Giulia invece tempo fa (dopo l'ennesima domanda strana alla quale avevo risposto correttamente) mi ha guardata scuotendo la testa e dicendo perplessa: "come farò con i miei figli? quando mi chiederanno qualcosa non saprò dare tutte le risposte che tu ci hai sempre dato..."

la cosa mi ha riempita di orgoglio, ovviamente, ma mi ha anche fatto riflettere su quello che i nostri figli (e i nostri studenti) "sanno".

va bene: ho letto tanti libri, ma non ho imparato tutto lì... ero una bimbetta di otto, forse dieci anni, non ero un genio. non sarà la scuola ad essere cambiata?
(continua...)

giovedì 4 settembre 2008

che ne sarà di noi...

un altro post con parole non mie. ma sono parole che voglio ricordare e poter rileggere un giorno o l'altro...
“A scuola tornano i voti”, di Michele Serra.

Forse tradita dall´entusiasmo, il ministro dell´Istruzione (ex pubblica) Mariastella Gelmini guida la folta lista dei ministri super- dichiaranti, annunciando ogni giorno una novità salvifica. Ieri è stato il turno del ritorno al voto, che segue il ritorno del grembiule, il ritorno alla maestra unica, il ritorno della buona condotta e un´altra messe di ritorni, tutti implicitamente o esplicitamente motivati dalla ripulsa del famoso “spirito sessantottino” che con il suo venefico lassismo avrebbe devastato la scuola italiana nel seguente quarantennio. Volendo, si potrebbe obiettare che tutti questi ritorni hanno qualcosa di refluo e di platealmente nostalgico, dunque poco attinente al concetto di “nuovo” e “innovativo” che riluce sulle insegne della destra trionfante. Più che alla scuola gentiliana alludono a quella deamicisiana, con i buoni e i cattivi bene incolonnati sulla lavagna (sempre che arrivino i soldi per comperare il gessetto).Un po´ come se il ministro del Lavoro volesse abolire il weekend lungo, culla della fannullaggine privata e pubblica, quello dello Spettacolo rilanciare la censura, quello degli Interni le cariche a cavallo, e via via rimpiangendo quell´Italietta finto-proba, moralista e classista che il povero Sessantotto provò in effetti a seppellire, salvo poi inciampare, nel 2008, nelle sue ossa bene aguzze. Ma fare il ministro della scuola, in questo paese e con questa scuola depressa e impoverita, è un mestiere così difficile che non regge il cuore a infierire più di tanto. La buona volontà del ministro merita la sufficienza (un “sei politico”, parlando da sessantottini incanutiti), grembiule e voti e maestra unica possono perfino trovare qualche pedagogista consenziente, e pazienza se non una delle novità annunciate è esente da un forte odore di naftalina. Per contro, non c ´è genitore o docente con il sale in zucca che non avverta la necessità di irrigidire qualche regola, e rattoppare qualche falla provocata dal deficit di autorevolezza degli adulti. Quello che però vorremmo infine sapere, da un ministro che annuncia di voler rivoltare la scuola e redimerla dei suoi peccati, è se non crede che, nel pacchetto di provvedimenti che va snocciolando un giorno sì e l´altro pure, manchino almeno due intenzioni ben più strutturali della riforma delle pagelle. La prima intenzione è restituire ai docenti dignità sociale e dunque un censo adeguato, senza il quale è puramente insensato pretendere che le persone di qualità (del Nord e del Sud) puntino alla carriera scolastica. La passione e la vocazione, da sole, non bastavano nemmeno a tenere insieme la scuoletta del Regno, dove pure il maestro e il professore godevano della venerazione di un popolo ancora semianalfabeta: figuriamoci oggi, che l´intero apparato pubblicitario-televisivo (se il ministro non ne ha mai sentito parlare, chieda al suo premier) ha inculcato in grandi e piccini l ´idea che i quattrini sono tutto, e tutto il resto è appena una variabile di scarso interesse. Gli analfabeti si prostravano ai maestri, gli attuali analfabeti di ritorno li disprezzano. La seconda intenzione sarebbe ridare alla scuola pubblica la sua vecchia, indiscussa centralità ideologica (sì, ideologica) che è tutt ´uno con la sua identità, sostanzialmente immutata dal Regno al fascismo alla Repubblica: quella di cardine formativo di un popolo, di uno Stato, di una comunità di cittadini. L´idea balorda e pericolosa – sovversiva, direi, perfino più del Sessantotto… – che la scuola pubblica sia solamente una delle scuole, una delle possibilità formative, non solo ha stornato risorse altrove, ma ha parzialmente svuotato di orgoglio e di certezze l´intero ambiente: esattamente come se le Forze Armate sapessero di essere parificate a eserciti privati, a pari titolo destinatari di denaro pubblico nel nome della “libertà di scelta”. In parallelo, avanzava nel Paese l´idea che “pubblico” fosse comunque sinonimo di inerzia, parassitismo e qualità inferiore: per la prima volta nella storia d´Italia. In una comunità di consumatori e non più di cittadini, di “profili professionali” da valutare e impostare fino dalla prima infanzia e non più di giovani da formare alla cultura e alla dignità personale, come potrebbe mai rimotivarsi una scuola pubblica svilita dai suoi stessi governanti, stretta tra la cultura aziendalista e quella consumista, travolta dalla rivoluzione tecnologica senza poterla affrontare ad armi pari (che fine ha fatto la promessa proto-Berlusconiana di “un computer per ogni studente”?), insicura del suo presente economico e, quel che è peggio, del suo futuro istituzionale? Creda, ministro Gelmini, nessuno può permettersi, con i tempi che corrono, di contrapporre pregiudizi “libertari” ai suoi pregiudizi vagamente autoritari. Ma sconcerta non sentire più, da molto tempo, un orgoglio scolastico che si fondi sull´orgoglio pubblico, sulla volontà politica (tradita anche dai governi di centrosinistra) di fare della scuola di Stato, costi quel che costi, la prima anzi la primissima delle priorità politiche e finanziarie. Gli insegnanti si sentono soprattutto sgridati, accusati di essere impreparati, sciatti, assenteisti e magari meridionali. E il loro essere malpagati, secondo lo spirito dei tempi appare più come una colpa che come un torto subito. Avrebbero bisogno dell´esatto contrario: di un ministro che batta i pugni sul tavolo e pretenda risorse, quattrini e rispetto in pari misura. Un ministro che sia il primo dei docenti e non la loro controparte. Come può pretendere rispetto e stima dagli studenti una scuola che non ha più il rispetto e la stima dei politici che la reggono?

La Repubblica, 29 agosto 2008

martedì 2 settembre 2008

cambio materia

e se rubassi un'oretta alla matematica per parlare della costituzione? potrei raccontarla così:
“Cari ragazzi, da oggi, grazie alla nostra eccezionale ministra dell’Istruzione (un bell’applauso all’on. prof. Mariastella Gelmini e all'amato presidente Berlusconi!) cominceremo a studiare la Costituzione della nostra Repubblica nata dalla Resistenza, approvata 60 anni fa dai nostri Padri Costituenti. Ve la racconto in poche parole, poi la esamineremo articolo per articolo. L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e garantisce il dovere della solidarietà. La sovranità appartiene al popolo, dunque nessuno può eleggersi da solo. Tutti i cittadini sono eguali dinanzi alla legge, senza distinzioni di sesso, razza, religione, idee politiche, condizioni personali o sociali: sia bianchi, sia neri, più o meno ricchi o potenti che siano. Se uno viola la legge, ne risponde alla Giustizia, foss'anche il capo del Governo. La Repubblica è una e indivisibile, dunque niente Padanie o separatismi o secessioni. Promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca, perché l’arte e la scienza sono libere. Lo Stato e la Chiesa sono indipendenti e sovrani. Dunque il Vaticano non può dare ordini al Governo o al Parlamento. La scuola privata è autorizzata, ma senza oneri per lo Stato. Lo straniero che viene da paesi dittatoriali ha diritto di asilo. L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa ad altri popoli e di risoluzione delle controversie internazionali: per dire, non possiamo attaccare altri stati sovrani, tipo Serbia, Irak o Afghanistan. La bandiera è il tricolore e tutti devono rispettarla, a cominciare dai ministri. Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero e la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure, nemmeno quando pubblica verbali o intercettazioni. Il lavoratore ha diritto a un salario proporzionato al lavoro che fa e sufficiente ad assicurare a sé e famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Ergo, niente precariato. Tutti i cittadini devono pagare le tasse per concorrere alle spese pubbliche in proporzione ai loro redditi. Chi ricopre funzioni pubbliche ha il dovere di adempierle con disciplina e onore (il che esclude imputati, condannati e anche prescritti: alla prescrizione si rinuncia per farsi assolvere nel merito, altrimenti dimissioni). Ogni parlamentare rappresenta l'intera Nazione senza vincolo di mandato. Il Presidente della Repubblica rappresenta l'unità nazionale e giura al Parlamento fedeltà alla Repubblica e alla Costituzione: quindi non può firmare leggi incostituzionali. E' lui che nomina il Presidente del Consiglio e, su proposta di questo, i ministri. Dunque se un ministro fa pena o è imputato o non è degno della carica, la responsabilità è anzitutto del Quirinale. Il Presidente del Consiglio e i ministri sono sottoposti, per i reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni, alla Giustizia ordinaria: cioè devono essere processati come gli altri cittadini. La Pubblica amministrazione deve ispirarsi al principio di imparzialità, perciò vi si può accedere solo per concorso pubblico. Vietate le lottizzazioni, i favoritismi e soprattutto i conflitti d’interessi, perchè i pubblici dipendenti sono al servizio esclusivo della Nazione. I giudici sono soggetti soltanto alla legge: non al Governo o al Parlamento. Sono inamovibili. E si distinguono fra loro solo per diversità di funzioni: una sola carriera, inseparabile. Il pubblico ministero ha l’obbligo di esercitare l’azione penale (che dunque è obbligatoria, non discrezionale). E gode delle garanzie stabilite dall’ordinamento giudiziario, che è unico per tutti i magistrati. La magistratura è un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere. Si autogoverna attraverso il Csm: oltre al capo dello Stato che lo presiede e al primo presidente e al procuratore generale della Cassazione, gli altri membri sono eletti per due terzi dai magistrati e per un terzo dal Parlamento. I processi devono avere una ragionevole durata. Le leggi incostituzionali vengono cancellate ipso facto dalla Corte costituzionale, che è lì apposta. La Costituzione non può essere modificata con leggi ordinarie, ma solo con leggi costituzionali, approvate due volte da ciascuna Camera e, se non ottengono i due terzi dei voti, sono sottoposte al referendum popolare confermativo. Dimenticavo: è vietato riorganizzare in qualsiasi forma il disciolto partito fascista… Tutto chiaro, ragazzi? Domande?”. Voce dal fondo dell’aula: “Scusi, prof, ma di quale paese sta parlando? Perché per un attimo ho avuto l’impressione che si riferisse all’Italia. Nel qual caso, mi scusi, ma non è che niente niente ci stava prendendo un tantino per il culo?”

Marco Travaglio
Ora d'aria, l'Unità, 30 agosto 2008

sabato 28 giugno 2008

a casa x le vacanze

sto per partire per Rovigno, dove ho la roulotte fissa per tutta la stagione.

ci andiamo da ormai... quanti saranno, quindici anni? difficile spiegare cosa sia per me, per noi, l'estate lì. la roulotte è un pezzetto di casa, poi ci sono gli amici che riincontriamo anno dopo anno, il mare, i negozi, il ristorante di Giovanni che ormai è uno di famiglia, Piero che ci vende la sua grappa e le verdure del suo orto...

a volte penso che "vivo" davvero solo quando sono lì e tutto il resto del tempo dell'anno lo passo aspettando di tornare.

lì Giulia e Nichi hanno dato il loro primo bacio, lì abbiamo passato giorni splendidi in giro per le isole, a tener d'occhio le colonie dei gabbiani coi piccoli che crescevano, lì sono andata a caccia di granchi, ho fatto l'amore in riva al mare, ho passeggiato sotto le stelle...

lì ho fatto interminabili discussioni con l'ex, ho cominciato a parlare di separazione...

lì non vedevo l'ora di tornare dopo che se n'è andato, anche se c'ero sempre stata con lui.

lì i miei figli vogliono sempre tornare, anche se sono cresciuti.



la prima volta che ci sono andata in macchina da sola credo di averci messo più di cinque ore. non avevo mai fatto più di 80 chilometri da sola, farne 270, passando due confini, è stata davvero un'impresa. l'autostrada mi spaventava, le curve della strada croata mi mandavano nel panico, e poi mi terrorizzava l'idea di essere lì, dopo tanti anni con lui, sola. c'ero già stata a Pasqua, poco dopo la morte di mio fratello. ma ero andata in macchina con amici e poi ero talmente sconvolta da tutte i guai che stavo passando che non credo di aver avuto tempo di pensare a nulla salvo al fatto che ero lì di nuovo, aggrappata alla mia roulotte come ad uno scoglio in mezzo al mare in tempesta.

non è stato facile. c'era il suo fantasma che girava per il campeggio. ma gli amici hanno tacitamente fatto a gara per non lasciarmi sola, per aiutarmi in tutte le cose delle quali si occupava lui.

ora è la quinta estate che siamo lì senza di lui. non mi manca più tanto. solo quando vedo qualche coppia di non giovanissimi, mi viene in mente quante volte avevamo pensato che avremmo passato lì le nostre estati, magari coi nipotini...

domani parto e non vedo l'ora di essere lì, con gli usignoli che cantano di notte, gli scoiattoli che vengono a dissetarsi all'abbeveratoio, sotto il sole o sotto le stelle, con i miei amici, i miei libri, gli amici dei miei figli che aspettano sanno che preparo le crèpes quando fa brutto tempo e arrivano alla prima nuvola...

quella è "casa".

mercoledì 18 giugno 2008

schifami

sto perdendo il conto di tutte le cose che mi danno il vomito in questi giorni...
e se qualcuno passando di qua, si sta domandando di che sto parlando, vada a dare un'occhiata a questa rassegna stampa: http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/?r=89625

martedì 17 giugno 2008

esami

Paolo sta facendo gli esami. ha fatto il compito di italiano, quello di inglese, quello di francese e domani ha la prova nazionale... poverello. è in terza media e ha cinque prove scritte che neanche alla maturità.
nei giorni scorsi ho provato a fargli fare un po' di matematica: è un disastro. guarda le lettere delle espressioni come se avessero i denti per morderlo. ha già quella demoralizzazione profonda che vedo in molti dei miei alunni: pensano di aver già perso, che niente più li salverà da quel pozzo di sconforto e di incomprensione in cui sono sprofondati.
stamattina gli ho raccomandato di ragionare, di fare con calma, ma se n'è andato via dicendo: "tanto, qualsiasi cosa faccia, la mia prof mi metterà insufficiente".
mi fa male al cuore vederlo così.
che ci posso fare?

sabato 31 maggio 2008

lo specchio dell'anima

saranno proprio gli occhi lo specchio dell'anima di noi donne, o è piuttosto come teniamo la casa?

una volta ero una di quelle casalinghe inquiete, tutta folletto, mocio e swiffer. mi alzavo al mattino e prima di andara a scuola avevo già rifatto i letti, arieggiato le camere, e pulito i bagni. per non parlare della colazione per tutti, delle cartelle dei bambini... passavo la domenica mattina a pulire la casa di fondo, tutto era in ordine, pavimenti disinfettati, niente polvere sui mobili, cucina in ordine e bagni tirati a lucido.

per quanto disordine avessero combinato i bambini nel pomeriggio, quando l'ex tornava a casa, la sera, tutto era in ordine. anche se lui trovava sempre da ridire, qualcosa da criticare, qualche scarpa non allineata con le altre, qualche gioco non riposto correttamente.

forse è anche per questo che una delle mie prime reazioni alla sua "andata" fu di non pulire più, non mettere più in ordine, fregarmene.

ora i letti ognuno se li rifà quando vuole, la domenica mattina dormo fino a mezzogiorno, sulla polvere dei mobili potresti scrivere, per terra vagano ciuffi di peli di cane che si riuniscono in gomitoli sotto i tavoli. e in giro per casa c'è di tutto, dappertutto, e ci resta per un tempo indefinito...
mi guardo intorno e quel che vedo non mi piace. ma allo stesso tempo non ho voglia di mettere a posto, di ricominciare a pulire di fino, di riordinare tutto per bene.
il disordine cresce nella mia casa e dentro di me. la mia casa è lo specchio di quello che sono diventata: trasandata, vecchia, in disordine, con un sacco di cose da aggiustare... e nessuna voglia di rimediare.

martedì 27 maggio 2008

aiuto sto male

vorrei sapere qual è la causa scatenante degli attacchi di busa totale... almeno saprei come porvi rimedio. o sarà che uno accumula, accumula e poi ad un certo punto c'è l'ultima goccia che fa traboccare il vaso? che non è mai diversa dalle altre, più grande o più piccola, ma solamente l'ultima...
mi sento soffocare, sono in uno stato di paralisi: ho davanti tutte le cose che dovrei fare, tutti i problemi che dovrei risolvere e sono totalmente bloccata. sto seduta al computer o davanti alla tv, fumo, mangio, bevo e non faccio un tubo. niente, non reagisco. vorrei prendermi a sberle.

lunedì 12 maggio 2008

dopo di lui la muffa...

sono allibita, depressa, con qualche punta di vera paura...
non solo per quello che succede ad un giornalista che stimo moltissimo e che non ha fatto altro che il suo mestiere: riferire fatti.
non solo per le prime mosse di questo governo, che sono quanto di più lontano dal mio modo di vedere (vedi Brunetta, Gelmini, la sparizione del ministero della sanità).
non solo per l'ennesima uscita del papa contro la legge 194, senza nessun passo indietro della chiesa sugli anticoncezionali.
quello che mi spaventa di più è la reazione delle tv, dei giornali, i commenti dei politici... Buttiglione che si augura che il governo faccia presto qualcosa "in ottemperanza a quanto detto da Benedetto XVI", la Finocchiaro che difende Schifani, Fazio che si scusa da leccaculo, Schifani che proclama che così si vuole minare il clima di collaborazione tra maggioranza ed opposizione... ma da quando in qua maggioranza ed opposizione devono collaborare? io credevo che l'opposizione dovesse controllare e casomai criticare l'operato ella maggioranza... inciuciano?
Brunetta che se ne va dicendo che licenzierà a destra e a manca e nessuno, nemmeno Epifani, che gli dice niente???
ma sono solo io che vedo questo clima?

giovedì 24 aprile 2008

com'è andata a Bologna

beh, è andata... ce l'ho fatta, nonostante una crisi di panico in treno, nonostante una crisi di tosse in assemblea, nonostante mi mancassero casa mia, i miei figli, la mia sicurezza.
mi è piaciuto trovarmi assieme a colleghi impegnati nelle mie stesse battaglie, e conoscerli di persona non è stato affatto deludente (almeno da parte mia...).
non mi sono piaciute certe trame sotterranee, certi giochi di potere, certe prese di posizione. maschi che lottano per il territorio.
mah. nemmeno la genialità mette al riparo dalle piccolezze dell'animo. e dovrei ben saperlo!
resisteremo.

Rovigno!

domani vado a Rovigno!!!!
finalmente... non vedo l'ora di spaparanzarmi sotto il mio gazebo, la sera, con una bella birrona serba in mano, con un bel libro, le candele e l'incenso, ad ascoltare gli usignoli che cantano tutta la notte. e sono sicura che i miei cani già sentono nell'aria l'odore del mare e non vedono l'ora di tuffarsi e nuotare, con lo sguardo lontano, a vedere se qualche bambino sta affogando (secondo loro, perché magari sta solo giocando...) e correre a salvarlo.
nonostante tutti i casini che posso avere o avere avuto, Rovigno resta la mia isola di pace, la mia casa dell'anima. il campeggio e gli amici, e le cene tutti assieme, e le passeggiate, il sole, gli scoiattoli, e gli assioli che di notte si chiamano con la loro voce che sembra un sonar... ora c'è poca gente e il campeggio è tutto un prato fiorito: anemoni, primule, muscari, e gli iris che cominciano a fiorire. tra poco ci sarà la maggiorana che profuma tutta l'aria.
vado a fare il pieno di energia vitale.

sabato 19 aprile 2008

... e vado di nuovo

beh, altro viaggio lontano da casa, e stavolta sola soletta, senza neanche la classe e la collega. mi sento come Garfield che ha paura di attraversare la stradina di casa sua...
e poi incontrerò un sacco di gente che conosco solo virtualmente, che ha letto i miei posts, la mie mail, ma che non mi ha mai vista, sentita, toccata. mi fa strano. mi fa sempre strano incontrare di persona gli amici virtuali. ho paura di deludere. ho 54 anni e cerco ancora l'approvazione degli altri. potrei provare a crescere, sarebbe ora... ma d'altra parte come posso pensare di crescere se ho ancora paura di muovermi da casa?
ma intanto mi muovo, dài. in quattro anni questa è la prima volta che vado via da sola per un weekend. forse era anche ora.
wow!

mercoledì 16 aprile 2008

totoministri

non posso pensare che ci aspettino di nuovo altri cinque anni con bellachioma... e non sono le sue idee e quello che farà. alcuni punti del loro programma sono anche condivisibili (ma altri davvero improponibili!). è proprio lui che non sopporto: un'anomalia italiana, un unfit a governare, per tacere di rapporti poco virtuosi con mafia, P2... come si fa ad avere un primo ministro che dice certe sciocchezze ?
intanto si comincia a parlare di probabili ministri e sono ovviamente interessata a quello della PI: ieri si faceva il nome di Mara Carfagna, ma spero fosse solo una boutade. oggi vengono dati probabili Bondi, il Pallore Gonfiato, oppure Formigoni, di cui disse Camilla Cederna: "è talmente alto che le idee non gli arrivano al cervello" (la mia fonte è Travaglio). due democristi cattolici quasi fondamentalisti. bleah!

mercoledì 9 aprile 2008

Giulia, mia figlia

domani Giulia, la mia figlia maggiore, va a vivere con il moroso... hanno trovato un appartamento, oggi ha portato lì gran parte delle sue cose e domani sera sarà lì con lui.
non riesco a capacitarmi del fatto che è ormai grande, che sta cominciando la sua vita lontana da me, da noi. mi sembra che stia facendo tutto alla chetichella, senza cerimonie, senza clamori. ma non so se lo fa perché non li vuole o perché non è convinta...
ma stasera dormirà qui per l'ultima volta. forse.
oh, sì, sono un po' perplessa, non sono del tutto convinta che durerà, mi sembra che voglia solo provare a giocare a mamma casetta... ma non so mai se penso così per quello che ho passato con suo padre o se sono obiettiva.
mah, intanto la perdo un po'. e se la cosa non mi fa tanto soffrire è perché continuo a pensare che non è vera e sto rimandando il momento in cui me ne renderò conto.
quasi quasi domani le dico di ripensarci...
ma poi mi torna in mente la poesia di Gibran...

I vostri figli non sono vostri figli.
Sono figli e figlie
del desiderio ardente
che la Vita ha per se stessa.
Essi vengono per mezzo di voi,
ma non da voi.
E benché siano con voi,
non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore
ma non i vostri pensieri,
poiché essi hanno i loro pensieri.
Potete dar alloggio ai loro corpi,
ma non alle loro anime,
poiché le anime dimorano nella casa del domani,
che voi non potete visitare
nemmeno nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di essere come loro:
non cercate però di renderli come voi.
La vita, infatti, non torna indietro
né indugia sul passato.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli
come frecce viventi son lanciati.
L’arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito
e vi piega con la sua potenza
perché le sue frecce volino veloci e lontane.
Lasciatevi piegare con gioia dalla mano dell’Arciere;

poiché come egli ama la freccia che vola
così ama pure l’arco che è ben saldo.

mercoledì 2 aprile 2008

son tornata

rieccomi a casa...
se devo essere sincera non mi sono divertita affatto. a parte che non mi piacciono eccesivamente le grandi città, a parte che Barcellona ha un'architettura pesante, che in compenso ho visto le cose di Gaudi che sono davvero splendide... ma i miei alunni preferivano andare a pub anziché a musei e spendere i loro soldi per la birra aziché per i biglietti d'ingresso alle esposizioni. confortati in questo comportamento dalla mia collega accompagnatrice. boh. si vede che sto diventando vecchia e certe cose non riesco più a sopportarle.

giovedì 27 marzo 2008

vado

domattina parto per Bracellona con i miei alunni di quarta e quinta.
dovrei essere contenta e invece sono terrorizzata. è la prima volta che lascio a casa i miei figli da soli per andare così lontano, e poi mi viene l'ansia solo per andare a Padova, figuriamoci Barcellona...
mah. magari mi diverto anche. speriamo.
è un periodo un po' burrascoso, questo: tra la scuola con i recuperi, Paolo che ha un sacco di problemi, la casa che non si vende, la macchina che si è rotta... troppe ansie. voglio Rovigno.

martedì 25 marzo 2008

notte

a volte ho l'impressione che le mie giornate non siano che un intervallo da far passare tra una notte e l'altra.

lunedì 24 marzo 2008

olimpiadi


ripensandoci, credo proprio che non dovremmo andare alle olimpiadi, o che almeno dovremmo cercare di boicottarle in qualche modo...

venerdì 21 marzo 2008

fili

la scorsa settimana ho ripescato per caso un mio compagno del liceo che ora è Preside in una scuola vicina. presa dall'entusiasmo ho cercato qualche altro dei vecchi amici della VB e ne ho ritrovata subito un'altra (altri due so dove sono ma ancora non sono riuscita a contattarli): la mia compagna di banco. che bello...
ci siamo scambiate un paio di e-mail e ci siamo ritrovate con simili disavventure, delusioni, disincanti e simile resistenza alle avversità, nonostante tutto. la sua famiglia abita qui vicino e per Pasqua forse ci rivedremo. sono sicura che sarà come riprendere un discorso solo da poco interrotto.
stasera mi ha scritto:
"Anche se a volte non sembra, sono certa che noi abbiamo una marcia in più se non naufraghiamo nel dolore e nella convinzione che senza un uomo al nostro fianco la nostra vita è finita... Mi piace l'idea di rivederti, è come se sottili fili si stessero riannodando per produrre un nuovo arazzo".
siamo grandi noi donne. siamo sorelle e amiche e figlie e madri e ci sosteniamo sempre.

lunedì 17 marzo 2008

mio figlio: testardo, educato e sensibile

stamattina colloquio con la prof di lettere di Paolo. alla fine con la DS non ho parlato, ma non è detto che non ci vada più avanti, magari anche dopo la fine degli esami...
colloquio sereno, direi.
Paolo è educato, correttissimo, non fa casino, non chiacchiera, non disturba.
è sensibile, con una interiorità meravigliosa, spirito critico, riesce a leggere nel cuore delle persone con un'acume incredibile.
ha un grandissimo senso della giustizia, anche se a volte non è obiettivo (ma a 14 anni sarebbe pretendere troppo), se c'è da difendere qualcuno lo fa sempre a spada tratta.
è testardo e non segue i consigli che le insegnanti gli danno, vuol fare a modo suo. non si impegna in tutte le materie allo stesso modo, ma solo sulle cose che gli interessano.
è isolato all'interno della classe. più a causa delle sue doti che dei suoi difetti...
questo è quanto mi è stato detto.
e allora, dico io, dov'è il problema?
gli mancano le basi, e da qui agli esami deve cercare di darsi da fare il più possibile. e poi gli manca una figura maschile di riferimento. boh, riferirò a suo padre di farsi vivo di più con la scuola. è vero, Paolo sente la mancanza di nostri rapporti più "intensi" con gli insegnanti e so che i genitori dei suoi compagni di classe sono sempre lì a parlare con i prof, vanno ai consigli di classe... ma per un motivo o per un altro a me non riesce proprio di essere così assidua. ma perché nella scuola media sono tutti così fissati con la famiglia? e dove stava, in fondo, tutta questa urgenza di parlare con me?
se mio figlio in classe è corretto, in più mostra di avere "qualcosa" dentro di sé, di non essere "vuoto" come la maggior parte dei suoi coetanei, se l'unico suo problema sta nel non avere bei voti in tutte le materie, non capiscono che non è un problema della famiglia, ma della scuola? non è un problema mio, ma loro: si dovrebbero convocare fra loro e capire dove hanno sbagliato, non chiamare me.
e con che coraggio mi dicono di mandarlo in un professionale? non capiscono che sarebbe come tagliargli le gambe definitivamente? che senso ha dare un consiglio orientativo solo in base ai risultati in termini di voti, senza tener conto delle inclinazioni, della personalità...
non so...
sto cercando di "digerire" quello che mi è stato detto, che in fondo non è molto. sono ancora combattuta tra la voglia di affrontare le insegnanti con la massima sincerità, anche a muso duro, e il dubbio che possa servire a qualcosa...
meglio stare zitta per non indisporre le prof ancora di più o parlare sperando di dare il via ad una riflessione generale che serva ad altri bambini come Paolo?
la scuola, davvero, non dovrebbe essere così...

martedì 11 marzo 2008

ma guarda un po'...

bene, al DS e alle prof devono essere fischiate le orecchie, perché oggi mi hanno telefonato per convocarmi a colloquio, per discutere della situazione di Paolo...
e che gli dico? litigo? mi mostro calma e conciliante? vogliono bocciarlo? dicono di no, però...
mah...

lunedì 10 marzo 2008

servisse a qualcosa...

continuo? e come continuo? possiamo parlarci? riesco, da mamma-insegnante, ad essere obiettiva dovendo parlare di mio figlio a scuola? se davvero spedissi questa lettera, qualcuno dall'altra parte ascolterebbe con umiltà, senza pensare che sono la solita mamma ansiosa che vuol difendere il figlio a tutti i costi?
sono la solita mamma ansiosa he vuol difendere il figlio a tutti i costi o sono una mamma-insegnante che vede il degradarsi della scuola sulla propria pelle e vorrebbe tentare di rimediare in qualche modo?
ci devo pensare, ci devo pensare... devo capire se sono lucida.
lo sono? quanto lucida può essere una persona che non ha voglia di alzarsi alla mattina e la sera vorrebbe addormentarsi e non svegliarsi più?
dannazione! voglio uscire da questo buco! sono stanca della depressione. stanca.

sabato 8 marzo 2008

caro DS ti scrivo

vorrei mandare questa lettera al Dirigente Scolastico della scuola di mio figlio. ma non so che effetto farebbe. intanto guardo che effetto fa qui.



gent.ma prof.

le scrivo per parlarle di mio figlio Paolo, 14 anni fra due mesi, che ha frequentato i suoi primi otto anni di scuola (ora è in terza media) presso l'IC che lei dirige.

le sue insegnanti della materna lo avevano definito "divergente", senza spiegarci che la divergenza nei bambini non è una malattia, ma un atteggiamento dello spirito, un'attitudine alla creatività, a volte. le sue maestre dei primi due anni di elementari non ne furono contente: Paolo non si inquadrava nei tipi prefissati di alunno ai quali erano abituate. non riuscivano a comunicare con lui, a instaurare un rapporto affettivo, non riuscivano a farlo lavorare, a farlo partecipare alla vita della classe... insomma, anche se il suo comportamento non era come quello dei suoi compagni che si tiravano le sedie l'un l'altro (Paolo si limitava a guardare il soffitto e a canticchiare tra sé), lui "dava fastidio", "faceva venire i nervi" e dopo qualche mese mi dissero: "con noi non lavora, lo segua lei al pomeriggio". non ero molto d'accordo con questa impostazione (che difatti portò Paolo a non aprire nemmeno più il quaderno in classe perché "tanto faccio a casa con la mia mamma"), ma portai pazienza. ovviamente il mio insegnamento pomeridiano tamponò solo in parte la situazione e soprattutto non contribuì a far nascere in mio figlio l'amore per la scuola e per lo studio. come non vi contribuirono le maestre che lo portavano nelle altre classi per svergognarlo davanti agli altri alunni ("vedete questo bambino? non è ancora capace di scrivere!") né le svariate occasioni in cui veniva deriso in classe sua, né il tempo che passava con le bidelle perché la maestra "non lo sopportava più in classe".

dalla terza elementare cambiò classe. e qualcosa si stava risistemando: stava cominciando a raggiungere i suoi compagni, a non essere più l'ultimo in tutto, a riprendere un po' di fiducia in sé stesso. purtroppo in famiglia ce ne capitarono di tutti i colori e tutto andò di nuovo per il verso sbagliato...

alle medie la situazione è peggiorata. la classe è numerosa e gli insegnanti non hanno tempo di seguire un alunno che non sta alle regole del gioco.

quello che mi preoccupa, al di là dei brutti voti, è che Paolo continua a non trovare un "senso" nella scuola, nello studio. e non aver trovato nessuno (a parte l'insegnante di musica) che gli desse un po' di fiducia, lo ha convinto di essere sconfitto, perdente, escluso. i suoi compagni lo prendono serenamente in giro senza che gli insegnati se ne preoccupino, anzi, a volte si associano alle battute. a me non importa se non gioca a calcio come i suoi compagni e sono contenta che sia l'unico della sua classe che non bestemmia, anche se è l'unico a non fare religione. e non mi impporta nemmeno se non conosce tutti i nomi dei tronisti e delle veline, sono più contenta che sappia chi é Marco Travaglio. ma il non essere "conforme" evidentemente non crea problemi solo a lui, ma anche ai suoi insegnanti, che non pensano a nessuna strategia per recuperarlo, se non dirmi (ancora) "lo segua lei al pomeriggio".

l'anno prossimo dovrà fare le superiori, ma con che forza, con che spirito?


vede, gent.ma prof. se sono così preoccupata è perché insegno anch'io e sto cominciando ad essere molto preoccupata di dove sta andando la scuola (la sua in particolare e quella italiana in generale), non solo di dove andrà mio figlio.

non mi è facile scrivere queste cose, perché mi sento divisa fra il ruolo di mamma e quello di insegnante. bambini come Paolo ne vedo molti, appena un anno più grandi, nelle mie prime classi. insegno in un professionale, dove voi inviate tutti quelli alunni che non escono dall'esame con più di "sufficiente". che sono tanti, visto che ai professionali ci va quasi un terzo dei licenziati dalla media. sono bambini essenzialmente non scolarizzati, ma che avrebbero avuto buone potenzialità, che forse potevano essere buoni studenti... mi pesa entrare nel merito delle scelte didattiche dei docenti, ma mi domando e le domando: non pensate che ci sia qualcosa da riconsiderare leggermente?

faccio parte di un'associazioni di insegnanti di matematica che per statuto desidera promuovere una scuola "che non escluda", ma mi pare che la sua scuola, cara prof., escluda, e molto.

leggo nel vostro POF:

La scuola realizza appieno la propria funzione pubblica impegnandosi, in questa prospettiva, per il successo scolastico di tutti gli studenti, con una particolare attenzione al sostegno delle varie forme di diversità, di disabilità o di svantaggio. Questo comporta saper accettare la sfida che la diversità pone: innanzi tutto nella classe, dove le diverse situazioni individuali vanno riconosciute e valorizzate, evitando che la differenza si trasformi in disuguaglianza...

avete letto bene quanto c'è scritto o è stato solo un copiaincolla dalle indicazioni del Ministero? cosa è stato fatto per Paolo? cosa è stato fatto per quel terzo di alunni che indirizzate ai professionali? e per tutti quelli che odiano la matematica?
continua...

venerdì 29 febbraio 2008

ogni tanto i miei alunni mi chiedono: "ma lei ha imparato tutte queste cose a memoria?"
probabilmente si stupiscono di sentirmi ripetere le proprietà delle potenze sempre allo stesso modo, per esempio. ma non ci sono tanti modi per dirle, il linguaggio matematico è piuttosto tiranno... in ogni caso loro non sono abituati a studiare e ad imparare, tanto meno a memoria, e quindi sono perplessi.
invece secondo me sarebbe bene ricominciare, per esempio, a far imparare a memoria le poesie a scuola. la memoria va esercitata, come i muscoli, altrimenti come fai ad avere il cervello palestrato? per quanto riguarda imparare a memoria in matematica sono invece più perplessa, perché memorizzare la matematica senza capire "il senso delle cose" non serve a nulla. se tutti noi insegnanti di matematica sappiamo a memoria un numero enorme di definizioni, proprietà e teoremi, è perchè li abbiamo detti infinite volte, non perchè li abbiamo studiati come la vispa teresa...
tanti anni fa (la memoria recente mi difetta un po' ma quella remota mi funziona benissimo) mi capitò di litigare col professore all'esame di fisica matematica, che sta alla fisica 2 come meccanica razionale sta a fisica 1. in pratica è la fisica vista dai matematici, che vuol dire: "facciamo conti fino a sfinirci, non importa anche se poi non ci ricordiamo più di che fenomeno fisico stavamo parlando". a volte mi capitava di restare per giorni su una cosa di cui non capivo il senso e alla fine mi accorgevo che era una questione che in fisica avevo capito benissimo...avevo studiato talmente tanto e ripetuto così a lungo, che andavo via come un treno, tanto che il prof mi disse sprezzante: "lei ha imparato tutto a memoria". e io l'avrei ucciso. mi ricordo di avergli chiesto come pensava che fosse possibile imparare a memoria quella serie infinita di formule e teoremi e dimostrazioni. ci avrei messo senz'altro meno tempo a capirli che a impararli a memoria! ovviamente gli bastò farmi qualche domanda un po' più profonda per capire che si era sbagliato, ma dato che non poteva rimangiarsi quello che aveva detto, non presi un voto alto...
oggi ho passato il pomeriggio con mio figlio piccolo (terza media), a fare matematica. miracolosamente era in una buona "disposizione affettiva" e aveva volgia di starmi a sentire. la gioia di riuscire a fargli capire la semplicità delle cose che sta facendo è riuscita a mitigare un poco la rabbia che provo quando mi accorgo di quanto malamente gli vengono insegnate.
spero di riuscire a parlarne diffusamente.
bacio

venerdì 22 febbraio 2008

trasloco

bene, trasloco eseguito. fosse così facile anche cambiare casa... a proposito, a nessuno interessa una villetta a schiera in quel di Marcon? la vendo, astenersi perditempo e agenzie.
me ne vado perché ho voglia di cambiare sfondo, aria, ambiente. di ricominciare da qualche altra parte (anche se nella vecchia casa dei miei, dove sono cresciuta) senza l'ingombrante presenza del fantasma dell'ex che sbuca da ogni angolo, che mi guarda da ogni specchio, di cui sento la presenza (anzi l'assenza) tutte le volte che entro in garage, che vado a letto, che giro per casa.

via, via, vado via di qui, niente più mi lega a questi luoghi, neanche questi fiori azzurri...

più che altro fiori gialli... quelli della mimosa piantata undici anni fa, che stentava tanto a crescere e che ora sorpassa il primo piano della casa. ora sta per fiorire, anche se le gelate di questi giorni ne stanno frenando l'esuberanza. tra un paio di settimane sarà uno splendore, una gioia per gli occhi e le narici. è l'unica cosa che rimpiangerò, quando andrò via da qui. mi dispiacerà lasciarla, ma ci saranno altri giardini, altri alberi da piantare e da far crescere rigogliosi.

ah, casomai a qualcuno interessasse: avevo cominciato a scrivere qui. non andate a curiosare se non siete pronti a sorbirvi qualche storia piuttosto triste...
bacio