insomma, credevo che la mia scuola fosse il bronx, ma vedo che sia LGO sia lanoisette (e basta leggere i commenti per trovare altre esperienze) hanno problemi simili ai miei. rappresentiamo un campione significativo? beh, un liceo, una media, un professionale: tre sole scuole, d'accordo, prese a casaccio, ma temo che rispecchino abbastanza fedelmente la realtà generale...
il mio problema, in classe, non è tanto insegnare la matematica, quanto un minimo di regole di convivenza civile. lo metterò fra gli obiettivi didattci, un giorno o l'altro (in quelle relazioni che nessuno legge mai): che restino vivi fino alla fine dell'anno.
nell'ultima settimana gli alunni della mia scuola hanno spalmato le pareti dei bagni con vilascioimmaginarecosa. ieri invece, con quel poveretto alle prime armi che mi sostituisce, hanno fatto una palla di carta, l'hanno spruzzata ben bene di profumo e poi le hanno dato fuoco.
ho un alunno che da qualche mese ha due sole modalità di comportamento: o dorme o rompe le balle a tutti. quasi nessuno è capace di restare seduto dall'inizio alla fine dei 50 minuti di lezione. se li rimproveri ti mandano serenamente a cagare (o in altri luoghi a scelta, secondo l'ispirazione del momento). se gli metti una nota se ne fregano, se li sospendi anche. paradossalmente, frequentano con assiduità, anche quando c'è la neve, o qualche sciopero, perché, essenzialmente, non sanno dove altro andare. e i genitori li mandano puntualmente a scuola, pur sapendo che non combinano nulla di buono, almeno a scuola sono al sicuro (e non rompono le balle a casa).
ecco, per molti alunni e per le loro famiglie (quando ci sono) la scuola è un centro di permanenza temporaneo.
ora, con tutta la comprensione possibile (sono mamma, prima di tutto, è quella la mia natura), che devo fare con questi poveri bambini sperduti? non sono certificati, non hanno il sostegno, spesso non hanno alle spalle una famiglia degna di questo nome, non hanno competenze, né conoscenze, non hanno voglia di imparare e non sanno quale sia l'importanza della cultura. ma quello che mi spaventa di più è che non hanno la consapevolezza delle conseguenze delle loro azioni. ma se non sanno quello che ho spiegato e rispiegato, semplificando all'osso e ripetendo infinite volte, non posso che prenderne atto e mettere votacci. perché non sono la loro mamma ma la prof di matematica.
ora è tempo di scrutini e di voti, appunto, compresi quelli di condotta, potente mezzo messoci a disposizione dalla mary* per contrastare gli indisciplinati. a quanto ho sentito nessuno si è sognato di cambiare i miei tre (congruenti ai criteri stabiliti dal pof, savasandire) e stanno piovendo sei e cinque in condotta con allegate sospensioni (anche fino a due settimane). che dire? godo un po', lo confesso. mi tormentano da quattro mesi, un po' di vendetta ci sta bene. ma cosa risolviamo?
mi ha fatto riflettere la sentenza di quei giudici che hanno condannato i genitori per non aver educato adeguatamente i figli. lo trovo giusto. discutibile ma giusto, tutto sommato. forse dovremmo anche noi arrivare a qualcosa del genere suppongo che in tutte le scuole i genitori abbiano firmato il patto educativo di corresponsabilità. perché non chiedere un sostanzioso risarcimento ai genitori latitanti in educazione? risaneremmo il bilancio delle scuole...
occhèi, forse esagero. ma così non si può andare avanti. dobbiamo fare qualcosa.
intanto la mary* ha varato il suo ridisordino delle superiori. ma questa è un'altra storia, e si dovrà raccontare...
il mio problema, in classe, non è tanto insegnare la matematica, quanto un minimo di regole di convivenza civile. lo metterò fra gli obiettivi didattci, un giorno o l'altro (in quelle relazioni che nessuno legge mai): che restino vivi fino alla fine dell'anno.
nell'ultima settimana gli alunni della mia scuola hanno spalmato le pareti dei bagni con vilascioimmaginarecosa. ieri invece, con quel poveretto alle prime armi che mi sostituisce, hanno fatto una palla di carta, l'hanno spruzzata ben bene di profumo e poi le hanno dato fuoco.
ho un alunno che da qualche mese ha due sole modalità di comportamento: o dorme o rompe le balle a tutti. quasi nessuno è capace di restare seduto dall'inizio alla fine dei 50 minuti di lezione. se li rimproveri ti mandano serenamente a cagare (o in altri luoghi a scelta, secondo l'ispirazione del momento). se gli metti una nota se ne fregano, se li sospendi anche. paradossalmente, frequentano con assiduità, anche quando c'è la neve, o qualche sciopero, perché, essenzialmente, non sanno dove altro andare. e i genitori li mandano puntualmente a scuola, pur sapendo che non combinano nulla di buono, almeno a scuola sono al sicuro (e non rompono le balle a casa).
ecco, per molti alunni e per le loro famiglie (quando ci sono) la scuola è un centro di permanenza temporaneo.
ora, con tutta la comprensione possibile (sono mamma, prima di tutto, è quella la mia natura), che devo fare con questi poveri bambini sperduti? non sono certificati, non hanno il sostegno, spesso non hanno alle spalle una famiglia degna di questo nome, non hanno competenze, né conoscenze, non hanno voglia di imparare e non sanno quale sia l'importanza della cultura. ma quello che mi spaventa di più è che non hanno la consapevolezza delle conseguenze delle loro azioni. ma se non sanno quello che ho spiegato e rispiegato, semplificando all'osso e ripetendo infinite volte, non posso che prenderne atto e mettere votacci. perché non sono la loro mamma ma la prof di matematica.
ora è tempo di scrutini e di voti, appunto, compresi quelli di condotta, potente mezzo messoci a disposizione dalla mary* per contrastare gli indisciplinati. a quanto ho sentito nessuno si è sognato di cambiare i miei tre (congruenti ai criteri stabiliti dal pof, savasandire) e stanno piovendo sei e cinque in condotta con allegate sospensioni (anche fino a due settimane). che dire? godo un po', lo confesso. mi tormentano da quattro mesi, un po' di vendetta ci sta bene. ma cosa risolviamo?
mi ha fatto riflettere la sentenza di quei giudici che hanno condannato i genitori per non aver educato adeguatamente i figli. lo trovo giusto. discutibile ma giusto, tutto sommato. forse dovremmo anche noi arrivare a qualcosa del genere suppongo che in tutte le scuole i genitori abbiano firmato il patto educativo di corresponsabilità. perché non chiedere un sostanzioso risarcimento ai genitori latitanti in educazione? risaneremmo il bilancio delle scuole...
occhèi, forse esagero. ma così non si può andare avanti. dobbiamo fare qualcosa.
intanto la mary* ha varato il suo ridisordino delle superiori. ma questa è un'altra storia, e si dovrà raccontare...
condivido al 100%.
RispondiEliminail famoso "patto di corresponsabilità", ad esempio: finché non si trova una sanzione per chi non lo rispetta (famiglie e docenti) lo possiamo usare come carta igienica, che manca sempre.
hihihi! hai ragione...
RispondiEliminavedo che non sono l'unica nottambula :-)
Assolutamente d'accordo.
RispondiElimina<Ho insegnato dall'inizio dell'a.s. 2003-04 all'inizio del 2008-09 in istituti professionali turistici ed alberghieri. Facevo le cosiddette 'ore della regione', quelle finanziate con i soldi dei Fondi Sociali Europei per intenderci.
RispondiEliminaQuando ho iniziato mi è sembrato di toccare il cielo con un dito, sono stata presa di amore per questo mestiere, per stare con i ragazzi, per i ragazzi stessi, per la sfida continua di riuscire a parlare il loro linguaggio e comunque passare loro della competenza. L'entusiasmo del neofita, direte voi.
Le 'ore della regione', almeno qui da noi, sono qualitativamente puro sterco per un'infinità di ragioni ed è solo grazie agli sforzi personali di alcuni docenti (in netta minoranza sul totale) che non finiscono per essere tempo buttato per tutti (tranne che per le agenzie formative).
Probabilmente è per questo, oltre che per il fatto che come docenti di terza area non eravamo integrati negli insegnanti ufficiali di classe, senza trascurare ovviamente il fatto che i nostri voti valevano come il due di picche ... insomma è sicuramente per via di una serie di concause che, quando ho smesso all'inizio del 2008, ho tirato un GROSSO sospiro di sollievo ed ho giurato a me stessa che 'mai più'!
Detto questo però, la cosa che avevo sicuramente notato con sgomento era l'imbarbarimento progressivo e velocissimo delle classi. La continua sfida, il continuo tentare di avere la meglio con comportamenti provocatori e ribelli ma di bassa lega, di pessima qualità. La totale mancanza di interesse e di voglia di provarcisi nonostante qualsiasi forma alternativa io cercassi di proporre loro.
Oibò io insegnavo materie commerciali (mktg, tecniche di vendita, etc etc) e inglese, entrambe materie poco divertenti immagino ...
Ho smesso davvero esaurita e delusa. Da quel che leggo in giro l'atteggiamento è analogo in molte scuole e diffuso orizzontalmente a prescindere dalla provenienza sociale dei ragazzi.
Io ero arrivata a pensare che, nella tipologia di scuola di cui sono stata testimone, il problema sia che il modo in cui si cerca ancora di far lezione a questi ragazzi, che utilizza ancora molto la lezione frontale, sia radicalmente sbagliato. Tant'è che le materie pratiche, in particolare negli alberghieri, vedeva questi ragazzi trasformarsi in piccoli professionisti.
Per cui probabilmente è vero che ci starebbe tutta una la chiamata di correo verso le famiglie ma credo sia anche vero che, se la scuola riuscisse a superare i propri limiti ed ad essere davvero innovativa, probabilmente verso questi ragazzi i risultati sarebbero molto più incoraggianti.
E non mi sembra che maria* ci stia anche solo arrivando vicino ad incoraggiare questo cambiamento ...
/graz
ho insegnato anch'io in un alberghiero, per tanti anni, graz, e so che i miei alunni totalmente analfabeti in matematica erano poi dei cuochi provetti, fantasiosi e creativi. ma la cucina è la cucina e i numeri sono i numeri, e non si possono insegnare le tabelline dietro ai fornelli... vado un po' OT rispetto all'argomento del post, ma ti dirò che non sono molto d'accordo sull'insegnar giocando (per semplificare). la matematica ha bisogno di tanto noioso esercizio, la geografia ha bisogno delle cartine mute, la geometria di riga e compasso... memoria, esercizio e fatica. poi si può anche sbizzarrirsi con gli effetti speciali, ma non senza aver prima piantato solide fondamenta. anche per i cuochi, se no restano sguatteri senza cultura. che sono, savasandire, molto più utili ai nostri politici, ecco perché la mary non fa nulla in proposito.
RispondiEliminaAnche se quest'anno mi sembra il paradiso (al liceo metti setti in condotta a uno che se ne va senza dirti nulla, al tecnico metti sette in condotta a uno che ti minaccia col coltello) resta il fatto che anche al liceo sìsìsì siamo tutte persone civili, ma l'assunto di fondo è che tu sei al loro servizio, se sono di buon umore ti ascoltano e magari ridono con te, ma appena provi ad avanzare qualche richiesta, piovono i vaffa. E' chiaro che non è solo responsabilità delle famiglie, ma certo se diventasse un problema collettivo, questo, ci guadagneremmo tutti.
RispondiEliminaAnche le famiglie.
Quanto agli effetti speciali...siamo d'accordo. Perché una cosa è sperimentare in didattica, e magari ridiscutere gli obiettivi e i contenuti, ma occorre mettersi d'accordo sul fatto che i risultati sono sempre sudore e fatica.
l'argomento è sconfinato, ma ho fatto una ricerca sull'integrazione dei ragazzi "stranieri" nelle scuole primarie e secondarie e sembra inutile dire che la cosa più importante che è emersa è che molto spesso la scuola diventa la trince, l'ultimo fortilizio con il quale si vorrebbe difendere un pò di dignità sociale che all'esterno si sta sfaldando...
RispondiEliminaCome si può pensare che possa fare tutto la scuola, penso che questa sia la questione di fondo.
P.s. Lucia ti ho messo nel blogroll, se puede?
http://fabiomarzella.blogspot.com
certo che se puede, fabio! anzi ricambio mettendoti fra gli amici di matita. mi servirà un sociologo per qualche questione...
RispondiEliminaLGO, grazie, vedo che siamo d'accordo sul sudore e la fatica. sarà la matematica? :-)