lunedì 17 marzo 2008

mio figlio: testardo, educato e sensibile

stamattina colloquio con la prof di lettere di Paolo. alla fine con la DS non ho parlato, ma non è detto che non ci vada più avanti, magari anche dopo la fine degli esami...
colloquio sereno, direi.
Paolo è educato, correttissimo, non fa casino, non chiacchiera, non disturba.
è sensibile, con una interiorità meravigliosa, spirito critico, riesce a leggere nel cuore delle persone con un'acume incredibile.
ha un grandissimo senso della giustizia, anche se a volte non è obiettivo (ma a 14 anni sarebbe pretendere troppo), se c'è da difendere qualcuno lo fa sempre a spada tratta.
è testardo e non segue i consigli che le insegnanti gli danno, vuol fare a modo suo. non si impegna in tutte le materie allo stesso modo, ma solo sulle cose che gli interessano.
è isolato all'interno della classe. più a causa delle sue doti che dei suoi difetti...
questo è quanto mi è stato detto.
e allora, dico io, dov'è il problema?
gli mancano le basi, e da qui agli esami deve cercare di darsi da fare il più possibile. e poi gli manca una figura maschile di riferimento. boh, riferirò a suo padre di farsi vivo di più con la scuola. è vero, Paolo sente la mancanza di nostri rapporti più "intensi" con gli insegnanti e so che i genitori dei suoi compagni di classe sono sempre lì a parlare con i prof, vanno ai consigli di classe... ma per un motivo o per un altro a me non riesce proprio di essere così assidua. ma perché nella scuola media sono tutti così fissati con la famiglia? e dove stava, in fondo, tutta questa urgenza di parlare con me?
se mio figlio in classe è corretto, in più mostra di avere "qualcosa" dentro di sé, di non essere "vuoto" come la maggior parte dei suoi coetanei, se l'unico suo problema sta nel non avere bei voti in tutte le materie, non capiscono che non è un problema della famiglia, ma della scuola? non è un problema mio, ma loro: si dovrebbero convocare fra loro e capire dove hanno sbagliato, non chiamare me.
e con che coraggio mi dicono di mandarlo in un professionale? non capiscono che sarebbe come tagliargli le gambe definitivamente? che senso ha dare un consiglio orientativo solo in base ai risultati in termini di voti, senza tener conto delle inclinazioni, della personalità...
non so...
sto cercando di "digerire" quello che mi è stato detto, che in fondo non è molto. sono ancora combattuta tra la voglia di affrontare le insegnanti con la massima sincerità, anche a muso duro, e il dubbio che possa servire a qualcosa...
meglio stare zitta per non indisporre le prof ancora di più o parlare sperando di dare il via ad una riflessione generale che serva ad altri bambini come Paolo?
la scuola, davvero, non dovrebbe essere così...

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