ho ricevuto questa mail da un mio collega di matematica. l'idea non mi sembra male. passate parola, se vi va.
Gentili colleghi/e,
vi invio queste righe per chiedervi un parere.
Una premessa: la manovra economica che sta per essere varata dal
governo -
lo sappiamo tutti - ci colpisce in modo pesantissimo e, soprattutto,
iniquo: per
brevità, riporto da un sito sindacale (un sindacato "moderato", lo
Snals):
_____________________________________________________________________________________________________________
«Non
solo è previsto, come per tutto il pubblico impiego, il blocco
del
rinnovo dei contratti, con il quale si impedisce ogni
adeguamento delle
retribuzioni al costo della vita, che resteranno ferme per almeno tre
anni, sia
quelle fondamentali che le accessorie. Alla
scuola è riservata un’altra pesante penalizzazione: quella del blocco
della progressione economica oltre a quella dello spostamento
di ogni
confronto sindacale alla fine del 2012 per la contrattazione del
compenso
individuale accessorio, per
il
personale ATA,
e della retribuzione professionale docenti. Ai
lavoratori della scuola, al personale ATA e ai docenti italiani
si
blocca la progressione economica. Si cancellano tre anni di
lavoro: non
hanno valore ai fini giuridici, vengono messi tra “parentesi”, valgono
solo come
un trascorrere del tempo in costanza di servizio, ma niente di più.
Al
personale ATA e al personale docente che alla fine riuscirà a
raggiungere i 35
anni di servizio, requisito minimo per ottenere il diritto alla
pensione, lo
Stato gliene conteggerà solo 32 per la progressione economica di
carriera,
impedendo quindi il raggiungimento dell’ultima posizione stipendiale.
E
questo costerà ai lavoratori un danno che subiranno per sempre, con
effetti
dunque sulla pensione e sulla liquidazione. (...) Anzi
sono dirottate su altri bisogni finanziari del servizio di istruzione le
risorse
dell’articolo 64 della manovra del 2008, che invece dovevano integrare
quelle
contrattuali per la valorizzazione professionale, unica misura
compensativa che
destinava il 30% dei risparmi per l’unico obiettivi di qualità che era
stato
individuato. Agli
insegnanti, che hanno una retribuzione media annuale di 25.000 euro,
viene tolta
in media una mensilità all’anno, ma per alcuni ancora di più.
E’
come se si prelevasse dalle loro tasche la tredicesima, una parte di
salario
dovuto per una prestazione lavorativa. Non è
poi così diverso dal mettere le mani in tasca per togliere soldi con
altre o
maggiori tasse. Eppure,
niente è chiesto a chi guadagna 90.000 euro all’anno. Un
sacrificio minimo al 5% scatta per chi guadagna tra 90 e 150.000 euro,
mentre
solamente per l'importo eccedente i 150.000 euro è applicato il taglio
del 10%.
Per
essere chiari: chi guadagna 100.000 euro ne paga 500, la metà di un
collaboratore scolastico; chi guadagna 160.000 paga 4.000 euro, non
molto di più
di un professore delle scuole superiori.»
________________________________________________________________________________________________________________
Secondo i calcoli di un'altra
sigla
sindacale (Flc cgil), la perdita media per un docente di scuola
secondaria II
grado è di 1990 euro (si va dai 1188 euro per chi è nalla fascia 3-8
anni ai
2987 per chi è nella fascia 21-27).
Di fronte a questa manovra,
altre
categorie (dai poliziotti ai magistrati ai docenti universitari) hanno
protestato o protesteranno. Hanno potere: otterranno. Sembra che solo
noi
insegnanti di scuola, che di potere non ne abbiamo, possiamo essere
presi a
schiaffi impunemente.
I nostri scioperi - lo
sappiamo
- non interessano a nessuno, non servono a nulla, se non a trattenerci
dallo stipendio (magro) ulteriori quattrini (e di questo non ce n'è
proprio
bisogno). E allora? Non fare nulla? No: si tratta di trovare forme
alternative,
nuove ed efficaci (se condivise e diffuse) di protesta.
A ben vedere, noi disponiamo
di almeno
DUE strumenti potenzialmente assai "forti", e privi di controindicazioni
(perchè
perfettamente nell'ambito della legalità), per farci sentire. Strumenti
che
potrebbero generare danni economici notevoli (i SOLI argomenti in grado
di
ottenere l'attenzione dei decisori):
1) Il turismo scolastico
"vale" come
fatturato almeno 375 milioni/anno (http://static.touringclub.it/store/document/219_file.pdf):
di più, se si considera l'indotto. I viaggi di istruzione passano per i
collegi
docenti, e per i singoli colleghi disposti (ma NON obbligati) a fare da
accompagnatori: perché non azzerare questa voce, bloccando ogni viaggio
di
istruzione, come strumento di protesta (aspetto - ovviamente - da
sottolineare
bene)?
2) Adozioni dei libri di
testo per il
prossimo (2011/12) anno scolastico: secondo i dati ufficiali dell'AIE,
l'editoria scolastica "vale" la cifra non indifferente di 676,8 milioni
di euro
(http://www.aie.it/Portals/21/Files%20allegati/sintesiRapporto2009_R.pdf).
Le adozioni passano per i consigli di classe, prima, e per i collegi
docenti,
poi. Ma i docenti potrebbero legittimamente decidere di non adottare
alcun testo
scolastico, ricorrendo a materiale autoprodotto/trovato in rete (dove si
reperisce veramente di tutto), ovviamente nel rispetto della legge sui
diritti
d'autore. Scrivere gli esercizi alla lavagna o distribuire qualche
fotocopia è
scomodo? Certamente. Ma non ne vale la pena?
Stiamo parlando
potenzialmente di oltre
UN MILIARDO di euro all'anno. Un miliardo (potenziale) ogni anno.
Basterebbe che almeno un
collega
proponesse l'idea ai collegi docenti, al momento delle delibere:
naturalmente se
alla manovra non saranno apportate quelle correzioni (soprattutto la
rimozione
del devastante blocco della progressione economica) in grado di
cancellare le
macroscopiche, inique misure punitive nei confronti della nostra
(unica!)
categoria di personale della scuola.
Che ne pensate? Mi sfugge
qualcosa?
Se a vostro parere l'idea è
buona, si
tratterebbe di "farla girare" tramite la rete. Via email (o con altri
mezzi che io non frequento e che lascio ad altri più bravi di me:
facebook?
o cose simili) e con un po' di partecipazione, la diffusione sarebbe
esponenziale. E non sarebbe neppure molto difficile arrivare a fare
notizia
sulla stampa...
(Un'ultima cosa: non mi dite,
vi prego,
che così si danneggerebbero "terzi": gli operatori turistici, gli
editori. Lo so
bene, e non me ne rallegro. Anzi. Ma non ci vanno di mezzo
SEMPRE "terzi",
quando una categoria - dai medici agli avvocati, dai camionisti agli
autoferrotranvieri - protesta? Non siamo noi insegnanti i "terzi"
rispetto a
chi fa pagare a noi, e ai nostri
stipendi più bassi d'Europa, il peso
dei conti a catafascio - ossia gli errori degli altri? Non sarebbe ora
di
finirla, e magari chiedere un po' di più a chi ha molto di
più?).
Un caro saluto (e scusate la
lunghezza:
non ho avuto abbastanza tempo per essere più breve...)
Ivan