domenica 11 ottobre 2009

parole e bit

mia figlia Nichi (che studia psicologia) dice che secondo il suo prof di "comunicazione" (credo la dicitura esatta sia tecniche della comunicazione, ma non indago...) il blog è la forma peggiore di comunicazione, anzi è una non-comunicazione. tu sei lì che vomiti le tue cose affidandole alla tastiera ma non aspetti che qualcuno ti risponda, non c'è un ritorno, come invece dovrebbe essere in una comunicazione "vera", dove uno parla e l'altro risponde.
a dire il vero ho cominciato a scrivere proprio vomitando, e l'ho detto. avevo bisogno di scrivere quello che mi stava succedendo, quello che provavo, di vederlo nero su bianco, di allontanarlo da me, di esorcizzarlo, razionalizzarlo, poterlo guardare dal di fuori... non so, possono essere tante le interpretazioni. non avendo a disposizione molti amici ai quali dire davvero tutto, l'ho fatto qui. punto. e non avevo nessuna aspettativa di risposte da chicchessia. non mi aspettavo affatto che qualcuno leggesse, né che rispondesse. erano tutte cose lì per me. scriverle e in qualche modo buttarle via: era tutto quello che mi aspettavo. è passato molto tempo prima che dicessi a qualcuno che c'ero anch'io. ma anche allora non mi aspettavo grandi commenti. nemmeno adesso mi aspetto molto, tutto sommato.. cioè, un po' sì e un po' no. ora so che glli amici di matita ogni tanto passano e condividono (non nel senso che sono d'accordo, ma che leggono quello che scrivo) e se hanno voglia lasciano un commento. ho effettivamente un atteggiamento diverso, quando scrivo, ora, ma non molto. non smetto di raccontare le mie paturnie, per esempio, e considero ancora questo blog uno sfogatoio. ma se qualcuno passa e legge e magari pensa a quello che sente, confrontandolo con quello che sento io, ho comunicato ugualmente qualcosa?
poi ci sono tutti gli altri blog che non sono sfogatoi, ma canali di informazione. le notizie le troviamo un po' ovunque, ormai, ma è nei blog che mi faccio un'idea di quello che succede davvero. e ce ne sono certi che sono davvero geniali, senza i quali ormai non riesco più a stare... comunicano? secondo me sì. e le risposte ci sono, eccome...
insomma, quello dello scorfano, per esempio, non era un canale di comunicazione? non ci ha messi in contatto tutti tra noi, con lui e con un sacco di altri luoghi?

P.S. per fortuna, i miei figli ancora non sono passati di qui, credo. spero... prima o poi succederà e mi sa che devo prepararmi.

11 commenti:

  1. come invece dovrebbe essere in una comunicazione "vera", dove uno parla e l'altro risponde.

    Hai scritto tutto tu.
    Anche io non mi aspetto un ritorno. E' normale. Scrivo le mie cazzate e, a meno di episodi particolari, non mi aspetto che qualcuno condivida ed infine capisca ciò che ho vissuto, ciò che ho scritto. Mancano gli occhi e manca la pelle.
    Tuttavia, per rifarmi alla citazione, la comunicazione "vera" dovrebbe essere come l'hai descritta. E invece, spesso, capita di trovarsi di fronte a veri e propri muri di gomma.
    Diciamo che questo è un modo di comunicare un po' più onesto, con tutti i filtri del caso, ma senza tanti altri filtri che si applicano nella vita reale.

    Un caro saluto,

    Rug.

    P.s.
    Smettila di cazzeggiare e vedrai che la tua tesina prenderà corpo ancor prima di averla pensata :D

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  2. c'è blog e blog. e credo che il prof di tua figlia faccia di tutte le erbe un fascio...(e allora secondo lui tutto ciò che è scritto - romanzi, giornali, riviste - non è comunicazione "vera"?)

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  3. Bè, sì, certi blog comunicano parecchio. Anche a me il blog dello scorfano manca, per dire.
    Poi, siamo adulti, e immagino sappiamo cosa ci si può aspettare da una tastiera, e cosa no.

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  4. sarà che io ho aperto il blog per non essere una mamma blogger, per dire e dimostrare che nella blogosfera c'era anche altro. mi vine da dire che la visione dll prof è leggermente obsoleta, perchè anche non volendolo (lo diceva, per altre vie, il buon watzlavick, non si può non comunicare) si deve comunicare.
    anche il blogger più autoreferenziale contiene uno due link alle cose preferite, che so, le foto su flikr, la musica di you tube, poi inevtabilmente c'è chi legge. insomma già la struttura è fatta per obbligare la connettività, la rete anche non volendolo è e resta una rete. e i fili di necessità sono connessi. che il prof lo desideri o meno.
    nei casi più complessi c'è una interazione, un dialogo e talvolta perfino un dibattito, conversazioni a due o tre che si intrecciano.
    la conversazione per banale che la si voglia fare non è solo una sequenza di parole, ma sostenuta da una base non verbale, che similmente i blog rappresentano graficamente (certo ad un livello di complessità un tantino meno evoluto) ... colori template musica video immagini e persino un testo scritto che ha una su stile, una personalità, un ritma narrativo suo proprio.


    non so così la vedo io.... sarà che sto davvero provando a fare di un blog uno spazio, un progetto, in cui davvero si possa comunicare ... certo non è facile...

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  5. eh, avete tutti ragione... comunicare de visu può essere di soddisfazione come far vedere un film muto ad un cieco, a volte. e di sicuro ridurre la comunicazione a un dialogo è riduttivo: a parte libri e giornali che sono parole, ma un quadro, una musica? non comunicano?
    'sti teorici prof del cavolo...

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  6. Secondo me il blog è una forma di espressione: ti dà la liberta di dire quello che pensi senza dover pensare a chi ti sta di fronte, senza doverti preoccupare di dirlo in un certo modo usando le parole giuste e magari controllando il tuo linguaggio non verbale. Vuoi mettere a confronto quello che scrivi e quello che potresti invece dire a voce? Secondo me con il blog passano sicuramente più contenuti e forse anche parole più dirette, più vere. Almeno questo vale per me.

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  7. Trovo il tuo post calzante con la mia opinione, anche se io ho cominciato a scrivere che avevo già finito di vomitare e mi ero completamente rimessa.

    E non serve mica che i figli passino dai nostri blog, no?

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  8. a Lulu: ecco, parole più vere, l'hai detto. quello che ho scritto in qualche vecchio post vomitoso non avrei potuto dirlo a nessuno che avessi guardato in faccia. ma qui è stato possibile comunicarlo (all'aria, al nulla, a me stessa) proprio per questa specie di anonimato che ti protegge ma che ti lascia essere davvero te stessa, senza imbarazzi...
    a Thumper: beata te... io sono ancora piena di nausea. e i nostri figli non serve che passino, è vero, ma capiterà, mi sa...

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  9. Sì, Lucia, ma nel mio caso sono passati quasi quindici anni... ;)

    E mia figlia non passerà di qua (là) e se ci passerà farà finta di non esserci passata, così come io ho sempre fatto finta di non vedere il suo diario quando lo lasciava in giro per casa :)

    Baci e abbracci, vado a spazzare il pavimento, stendere la biancheria e forse a fare il cambio degli armadi.

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  10. aaarrrggghhh! vuoi dire che mi aspettano altri dieci anni di nausea e vomito??? non so se riuscirò a farcela...

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se non sei d'accordo con me, dimmelo gentilmente.