sabato 28 giugno 2008

a casa x le vacanze

sto per partire per Rovigno, dove ho la roulotte fissa per tutta la stagione.

ci andiamo da ormai... quanti saranno, quindici anni? difficile spiegare cosa sia per me, per noi, l'estate lì. la roulotte è un pezzetto di casa, poi ci sono gli amici che riincontriamo anno dopo anno, il mare, i negozi, il ristorante di Giovanni che ormai è uno di famiglia, Piero che ci vende la sua grappa e le verdure del suo orto...

a volte penso che "vivo" davvero solo quando sono lì e tutto il resto del tempo dell'anno lo passo aspettando di tornare.

lì Giulia e Nichi hanno dato il loro primo bacio, lì abbiamo passato giorni splendidi in giro per le isole, a tener d'occhio le colonie dei gabbiani coi piccoli che crescevano, lì sono andata a caccia di granchi, ho fatto l'amore in riva al mare, ho passeggiato sotto le stelle...

lì ho fatto interminabili discussioni con l'ex, ho cominciato a parlare di separazione...

lì non vedevo l'ora di tornare dopo che se n'è andato, anche se c'ero sempre stata con lui.

lì i miei figli vogliono sempre tornare, anche se sono cresciuti.



la prima volta che ci sono andata in macchina da sola credo di averci messo più di cinque ore. non avevo mai fatto più di 80 chilometri da sola, farne 270, passando due confini, è stata davvero un'impresa. l'autostrada mi spaventava, le curve della strada croata mi mandavano nel panico, e poi mi terrorizzava l'idea di essere lì, dopo tanti anni con lui, sola. c'ero già stata a Pasqua, poco dopo la morte di mio fratello. ma ero andata in macchina con amici e poi ero talmente sconvolta da tutte i guai che stavo passando che non credo di aver avuto tempo di pensare a nulla salvo al fatto che ero lì di nuovo, aggrappata alla mia roulotte come ad uno scoglio in mezzo al mare in tempesta.

non è stato facile. c'era il suo fantasma che girava per il campeggio. ma gli amici hanno tacitamente fatto a gara per non lasciarmi sola, per aiutarmi in tutte le cose delle quali si occupava lui.

ora è la quinta estate che siamo lì senza di lui. non mi manca più tanto. solo quando vedo qualche coppia di non giovanissimi, mi viene in mente quante volte avevamo pensato che avremmo passato lì le nostre estati, magari coi nipotini...

domani parto e non vedo l'ora di essere lì, con gli usignoli che cantano di notte, gli scoiattoli che vengono a dissetarsi all'abbeveratoio, sotto il sole o sotto le stelle, con i miei amici, i miei libri, gli amici dei miei figli che aspettano sanno che preparo le crèpes quando fa brutto tempo e arrivano alla prima nuvola...

quella è "casa".

mercoledì 18 giugno 2008

schifami

sto perdendo il conto di tutte le cose che mi danno il vomito in questi giorni...
e se qualcuno passando di qua, si sta domandando di che sto parlando, vada a dare un'occhiata a questa rassegna stampa: http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/?r=89625

martedì 17 giugno 2008

esami

Paolo sta facendo gli esami. ha fatto il compito di italiano, quello di inglese, quello di francese e domani ha la prova nazionale... poverello. è in terza media e ha cinque prove scritte che neanche alla maturità.
nei giorni scorsi ho provato a fargli fare un po' di matematica: è un disastro. guarda le lettere delle espressioni come se avessero i denti per morderlo. ha già quella demoralizzazione profonda che vedo in molti dei miei alunni: pensano di aver già perso, che niente più li salverà da quel pozzo di sconforto e di incomprensione in cui sono sprofondati.
stamattina gli ho raccomandato di ragionare, di fare con calma, ma se n'è andato via dicendo: "tanto, qualsiasi cosa faccia, la mia prof mi metterà insufficiente".
mi fa male al cuore vederlo così.
che ci posso fare?

sabato 31 maggio 2008

lo specchio dell'anima

saranno proprio gli occhi lo specchio dell'anima di noi donne, o è piuttosto come teniamo la casa?

una volta ero una di quelle casalinghe inquiete, tutta folletto, mocio e swiffer. mi alzavo al mattino e prima di andara a scuola avevo già rifatto i letti, arieggiato le camere, e pulito i bagni. per non parlare della colazione per tutti, delle cartelle dei bambini... passavo la domenica mattina a pulire la casa di fondo, tutto era in ordine, pavimenti disinfettati, niente polvere sui mobili, cucina in ordine e bagni tirati a lucido.

per quanto disordine avessero combinato i bambini nel pomeriggio, quando l'ex tornava a casa, la sera, tutto era in ordine. anche se lui trovava sempre da ridire, qualcosa da criticare, qualche scarpa non allineata con le altre, qualche gioco non riposto correttamente.

forse è anche per questo che una delle mie prime reazioni alla sua "andata" fu di non pulire più, non mettere più in ordine, fregarmene.

ora i letti ognuno se li rifà quando vuole, la domenica mattina dormo fino a mezzogiorno, sulla polvere dei mobili potresti scrivere, per terra vagano ciuffi di peli di cane che si riuniscono in gomitoli sotto i tavoli. e in giro per casa c'è di tutto, dappertutto, e ci resta per un tempo indefinito...
mi guardo intorno e quel che vedo non mi piace. ma allo stesso tempo non ho voglia di mettere a posto, di ricominciare a pulire di fino, di riordinare tutto per bene.
il disordine cresce nella mia casa e dentro di me. la mia casa è lo specchio di quello che sono diventata: trasandata, vecchia, in disordine, con un sacco di cose da aggiustare... e nessuna voglia di rimediare.

martedì 27 maggio 2008

aiuto sto male

vorrei sapere qual è la causa scatenante degli attacchi di busa totale... almeno saprei come porvi rimedio. o sarà che uno accumula, accumula e poi ad un certo punto c'è l'ultima goccia che fa traboccare il vaso? che non è mai diversa dalle altre, più grande o più piccola, ma solamente l'ultima...
mi sento soffocare, sono in uno stato di paralisi: ho davanti tutte le cose che dovrei fare, tutti i problemi che dovrei risolvere e sono totalmente bloccata. sto seduta al computer o davanti alla tv, fumo, mangio, bevo e non faccio un tubo. niente, non reagisco. vorrei prendermi a sberle.

lunedì 12 maggio 2008

dopo di lui la muffa...

sono allibita, depressa, con qualche punta di vera paura...
non solo per quello che succede ad un giornalista che stimo moltissimo e che non ha fatto altro che il suo mestiere: riferire fatti.
non solo per le prime mosse di questo governo, che sono quanto di più lontano dal mio modo di vedere (vedi Brunetta, Gelmini, la sparizione del ministero della sanità).
non solo per l'ennesima uscita del papa contro la legge 194, senza nessun passo indietro della chiesa sugli anticoncezionali.
quello che mi spaventa di più è la reazione delle tv, dei giornali, i commenti dei politici... Buttiglione che si augura che il governo faccia presto qualcosa "in ottemperanza a quanto detto da Benedetto XVI", la Finocchiaro che difende Schifani, Fazio che si scusa da leccaculo, Schifani che proclama che così si vuole minare il clima di collaborazione tra maggioranza ed opposizione... ma da quando in qua maggioranza ed opposizione devono collaborare? io credevo che l'opposizione dovesse controllare e casomai criticare l'operato ella maggioranza... inciuciano?
Brunetta che se ne va dicendo che licenzierà a destra e a manca e nessuno, nemmeno Epifani, che gli dice niente???
ma sono solo io che vedo questo clima?

giovedì 24 aprile 2008

com'è andata a Bologna

beh, è andata... ce l'ho fatta, nonostante una crisi di panico in treno, nonostante una crisi di tosse in assemblea, nonostante mi mancassero casa mia, i miei figli, la mia sicurezza.
mi è piaciuto trovarmi assieme a colleghi impegnati nelle mie stesse battaglie, e conoscerli di persona non è stato affatto deludente (almeno da parte mia...).
non mi sono piaciute certe trame sotterranee, certi giochi di potere, certe prese di posizione. maschi che lottano per il territorio.
mah. nemmeno la genialità mette al riparo dalle piccolezze dell'animo. e dovrei ben saperlo!
resisteremo.

Rovigno!

domani vado a Rovigno!!!!
finalmente... non vedo l'ora di spaparanzarmi sotto il mio gazebo, la sera, con una bella birrona serba in mano, con un bel libro, le candele e l'incenso, ad ascoltare gli usignoli che cantano tutta la notte. e sono sicura che i miei cani già sentono nell'aria l'odore del mare e non vedono l'ora di tuffarsi e nuotare, con lo sguardo lontano, a vedere se qualche bambino sta affogando (secondo loro, perché magari sta solo giocando...) e correre a salvarlo.
nonostante tutti i casini che posso avere o avere avuto, Rovigno resta la mia isola di pace, la mia casa dell'anima. il campeggio e gli amici, e le cene tutti assieme, e le passeggiate, il sole, gli scoiattoli, e gli assioli che di notte si chiamano con la loro voce che sembra un sonar... ora c'è poca gente e il campeggio è tutto un prato fiorito: anemoni, primule, muscari, e gli iris che cominciano a fiorire. tra poco ci sarà la maggiorana che profuma tutta l'aria.
vado a fare il pieno di energia vitale.

sabato 19 aprile 2008

... e vado di nuovo

beh, altro viaggio lontano da casa, e stavolta sola soletta, senza neanche la classe e la collega. mi sento come Garfield che ha paura di attraversare la stradina di casa sua...
e poi incontrerò un sacco di gente che conosco solo virtualmente, che ha letto i miei posts, la mie mail, ma che non mi ha mai vista, sentita, toccata. mi fa strano. mi fa sempre strano incontrare di persona gli amici virtuali. ho paura di deludere. ho 54 anni e cerco ancora l'approvazione degli altri. potrei provare a crescere, sarebbe ora... ma d'altra parte come posso pensare di crescere se ho ancora paura di muovermi da casa?
ma intanto mi muovo, dài. in quattro anni questa è la prima volta che vado via da sola per un weekend. forse era anche ora.
wow!

mercoledì 16 aprile 2008

totoministri

non posso pensare che ci aspettino di nuovo altri cinque anni con bellachioma... e non sono le sue idee e quello che farà. alcuni punti del loro programma sono anche condivisibili (ma altri davvero improponibili!). è proprio lui che non sopporto: un'anomalia italiana, un unfit a governare, per tacere di rapporti poco virtuosi con mafia, P2... come si fa ad avere un primo ministro che dice certe sciocchezze ?
intanto si comincia a parlare di probabili ministri e sono ovviamente interessata a quello della PI: ieri si faceva il nome di Mara Carfagna, ma spero fosse solo una boutade. oggi vengono dati probabili Bondi, il Pallore Gonfiato, oppure Formigoni, di cui disse Camilla Cederna: "è talmente alto che le idee non gli arrivano al cervello" (la mia fonte è Travaglio). due democristi cattolici quasi fondamentalisti. bleah!

mercoledì 9 aprile 2008

Giulia, mia figlia

domani Giulia, la mia figlia maggiore, va a vivere con il moroso... hanno trovato un appartamento, oggi ha portato lì gran parte delle sue cose e domani sera sarà lì con lui.
non riesco a capacitarmi del fatto che è ormai grande, che sta cominciando la sua vita lontana da me, da noi. mi sembra che stia facendo tutto alla chetichella, senza cerimonie, senza clamori. ma non so se lo fa perché non li vuole o perché non è convinta...
ma stasera dormirà qui per l'ultima volta. forse.
oh, sì, sono un po' perplessa, non sono del tutto convinta che durerà, mi sembra che voglia solo provare a giocare a mamma casetta... ma non so mai se penso così per quello che ho passato con suo padre o se sono obiettiva.
mah, intanto la perdo un po'. e se la cosa non mi fa tanto soffrire è perché continuo a pensare che non è vera e sto rimandando il momento in cui me ne renderò conto.
quasi quasi domani le dico di ripensarci...
ma poi mi torna in mente la poesia di Gibran...

I vostri figli non sono vostri figli.
Sono figli e figlie
del desiderio ardente
che la Vita ha per se stessa.
Essi vengono per mezzo di voi,
ma non da voi.
E benché siano con voi,
non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore
ma non i vostri pensieri,
poiché essi hanno i loro pensieri.
Potete dar alloggio ai loro corpi,
ma non alle loro anime,
poiché le anime dimorano nella casa del domani,
che voi non potete visitare
nemmeno nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di essere come loro:
non cercate però di renderli come voi.
La vita, infatti, non torna indietro
né indugia sul passato.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli
come frecce viventi son lanciati.
L’arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito
e vi piega con la sua potenza
perché le sue frecce volino veloci e lontane.
Lasciatevi piegare con gioia dalla mano dell’Arciere;

poiché come egli ama la freccia che vola
così ama pure l’arco che è ben saldo.

mercoledì 2 aprile 2008

son tornata

rieccomi a casa...
se devo essere sincera non mi sono divertita affatto. a parte che non mi piacciono eccesivamente le grandi città, a parte che Barcellona ha un'architettura pesante, che in compenso ho visto le cose di Gaudi che sono davvero splendide... ma i miei alunni preferivano andare a pub anziché a musei e spendere i loro soldi per la birra aziché per i biglietti d'ingresso alle esposizioni. confortati in questo comportamento dalla mia collega accompagnatrice. boh. si vede che sto diventando vecchia e certe cose non riesco più a sopportarle.

giovedì 27 marzo 2008

vado

domattina parto per Bracellona con i miei alunni di quarta e quinta.
dovrei essere contenta e invece sono terrorizzata. è la prima volta che lascio a casa i miei figli da soli per andare così lontano, e poi mi viene l'ansia solo per andare a Padova, figuriamoci Barcellona...
mah. magari mi diverto anche. speriamo.
è un periodo un po' burrascoso, questo: tra la scuola con i recuperi, Paolo che ha un sacco di problemi, la casa che non si vende, la macchina che si è rotta... troppe ansie. voglio Rovigno.

martedì 25 marzo 2008

notte

a volte ho l'impressione che le mie giornate non siano che un intervallo da far passare tra una notte e l'altra.

lunedì 24 marzo 2008

olimpiadi


ripensandoci, credo proprio che non dovremmo andare alle olimpiadi, o che almeno dovremmo cercare di boicottarle in qualche modo...

venerdì 21 marzo 2008

fili

la scorsa settimana ho ripescato per caso un mio compagno del liceo che ora è Preside in una scuola vicina. presa dall'entusiasmo ho cercato qualche altro dei vecchi amici della VB e ne ho ritrovata subito un'altra (altri due so dove sono ma ancora non sono riuscita a contattarli): la mia compagna di banco. che bello...
ci siamo scambiate un paio di e-mail e ci siamo ritrovate con simili disavventure, delusioni, disincanti e simile resistenza alle avversità, nonostante tutto. la sua famiglia abita qui vicino e per Pasqua forse ci rivedremo. sono sicura che sarà come riprendere un discorso solo da poco interrotto.
stasera mi ha scritto:
"Anche se a volte non sembra, sono certa che noi abbiamo una marcia in più se non naufraghiamo nel dolore e nella convinzione che senza un uomo al nostro fianco la nostra vita è finita... Mi piace l'idea di rivederti, è come se sottili fili si stessero riannodando per produrre un nuovo arazzo".
siamo grandi noi donne. siamo sorelle e amiche e figlie e madri e ci sosteniamo sempre.

lunedì 17 marzo 2008

mio figlio: testardo, educato e sensibile

stamattina colloquio con la prof di lettere di Paolo. alla fine con la DS non ho parlato, ma non è detto che non ci vada più avanti, magari anche dopo la fine degli esami...
colloquio sereno, direi.
Paolo è educato, correttissimo, non fa casino, non chiacchiera, non disturba.
è sensibile, con una interiorità meravigliosa, spirito critico, riesce a leggere nel cuore delle persone con un'acume incredibile.
ha un grandissimo senso della giustizia, anche se a volte non è obiettivo (ma a 14 anni sarebbe pretendere troppo), se c'è da difendere qualcuno lo fa sempre a spada tratta.
è testardo e non segue i consigli che le insegnanti gli danno, vuol fare a modo suo. non si impegna in tutte le materie allo stesso modo, ma solo sulle cose che gli interessano.
è isolato all'interno della classe. più a causa delle sue doti che dei suoi difetti...
questo è quanto mi è stato detto.
e allora, dico io, dov'è il problema?
gli mancano le basi, e da qui agli esami deve cercare di darsi da fare il più possibile. e poi gli manca una figura maschile di riferimento. boh, riferirò a suo padre di farsi vivo di più con la scuola. è vero, Paolo sente la mancanza di nostri rapporti più "intensi" con gli insegnanti e so che i genitori dei suoi compagni di classe sono sempre lì a parlare con i prof, vanno ai consigli di classe... ma per un motivo o per un altro a me non riesce proprio di essere così assidua. ma perché nella scuola media sono tutti così fissati con la famiglia? e dove stava, in fondo, tutta questa urgenza di parlare con me?
se mio figlio in classe è corretto, in più mostra di avere "qualcosa" dentro di sé, di non essere "vuoto" come la maggior parte dei suoi coetanei, se l'unico suo problema sta nel non avere bei voti in tutte le materie, non capiscono che non è un problema della famiglia, ma della scuola? non è un problema mio, ma loro: si dovrebbero convocare fra loro e capire dove hanno sbagliato, non chiamare me.
e con che coraggio mi dicono di mandarlo in un professionale? non capiscono che sarebbe come tagliargli le gambe definitivamente? che senso ha dare un consiglio orientativo solo in base ai risultati in termini di voti, senza tener conto delle inclinazioni, della personalità...
non so...
sto cercando di "digerire" quello che mi è stato detto, che in fondo non è molto. sono ancora combattuta tra la voglia di affrontare le insegnanti con la massima sincerità, anche a muso duro, e il dubbio che possa servire a qualcosa...
meglio stare zitta per non indisporre le prof ancora di più o parlare sperando di dare il via ad una riflessione generale che serva ad altri bambini come Paolo?
la scuola, davvero, non dovrebbe essere così...

martedì 11 marzo 2008

ma guarda un po'...

bene, al DS e alle prof devono essere fischiate le orecchie, perché oggi mi hanno telefonato per convocarmi a colloquio, per discutere della situazione di Paolo...
e che gli dico? litigo? mi mostro calma e conciliante? vogliono bocciarlo? dicono di no, però...
mah...

lunedì 10 marzo 2008

servisse a qualcosa...

continuo? e come continuo? possiamo parlarci? riesco, da mamma-insegnante, ad essere obiettiva dovendo parlare di mio figlio a scuola? se davvero spedissi questa lettera, qualcuno dall'altra parte ascolterebbe con umiltà, senza pensare che sono la solita mamma ansiosa che vuol difendere il figlio a tutti i costi?
sono la solita mamma ansiosa he vuol difendere il figlio a tutti i costi o sono una mamma-insegnante che vede il degradarsi della scuola sulla propria pelle e vorrebbe tentare di rimediare in qualche modo?
ci devo pensare, ci devo pensare... devo capire se sono lucida.
lo sono? quanto lucida può essere una persona che non ha voglia di alzarsi alla mattina e la sera vorrebbe addormentarsi e non svegliarsi più?
dannazione! voglio uscire da questo buco! sono stanca della depressione. stanca.

sabato 8 marzo 2008

caro DS ti scrivo

vorrei mandare questa lettera al Dirigente Scolastico della scuola di mio figlio. ma non so che effetto farebbe. intanto guardo che effetto fa qui.



gent.ma prof.

le scrivo per parlarle di mio figlio Paolo, 14 anni fra due mesi, che ha frequentato i suoi primi otto anni di scuola (ora è in terza media) presso l'IC che lei dirige.

le sue insegnanti della materna lo avevano definito "divergente", senza spiegarci che la divergenza nei bambini non è una malattia, ma un atteggiamento dello spirito, un'attitudine alla creatività, a volte. le sue maestre dei primi due anni di elementari non ne furono contente: Paolo non si inquadrava nei tipi prefissati di alunno ai quali erano abituate. non riuscivano a comunicare con lui, a instaurare un rapporto affettivo, non riuscivano a farlo lavorare, a farlo partecipare alla vita della classe... insomma, anche se il suo comportamento non era come quello dei suoi compagni che si tiravano le sedie l'un l'altro (Paolo si limitava a guardare il soffitto e a canticchiare tra sé), lui "dava fastidio", "faceva venire i nervi" e dopo qualche mese mi dissero: "con noi non lavora, lo segua lei al pomeriggio". non ero molto d'accordo con questa impostazione (che difatti portò Paolo a non aprire nemmeno più il quaderno in classe perché "tanto faccio a casa con la mia mamma"), ma portai pazienza. ovviamente il mio insegnamento pomeridiano tamponò solo in parte la situazione e soprattutto non contribuì a far nascere in mio figlio l'amore per la scuola e per lo studio. come non vi contribuirono le maestre che lo portavano nelle altre classi per svergognarlo davanti agli altri alunni ("vedete questo bambino? non è ancora capace di scrivere!") né le svariate occasioni in cui veniva deriso in classe sua, né il tempo che passava con le bidelle perché la maestra "non lo sopportava più in classe".

dalla terza elementare cambiò classe. e qualcosa si stava risistemando: stava cominciando a raggiungere i suoi compagni, a non essere più l'ultimo in tutto, a riprendere un po' di fiducia in sé stesso. purtroppo in famiglia ce ne capitarono di tutti i colori e tutto andò di nuovo per il verso sbagliato...

alle medie la situazione è peggiorata. la classe è numerosa e gli insegnanti non hanno tempo di seguire un alunno che non sta alle regole del gioco.

quello che mi preoccupa, al di là dei brutti voti, è che Paolo continua a non trovare un "senso" nella scuola, nello studio. e non aver trovato nessuno (a parte l'insegnante di musica) che gli desse un po' di fiducia, lo ha convinto di essere sconfitto, perdente, escluso. i suoi compagni lo prendono serenamente in giro senza che gli insegnati se ne preoccupino, anzi, a volte si associano alle battute. a me non importa se non gioca a calcio come i suoi compagni e sono contenta che sia l'unico della sua classe che non bestemmia, anche se è l'unico a non fare religione. e non mi impporta nemmeno se non conosce tutti i nomi dei tronisti e delle veline, sono più contenta che sappia chi é Marco Travaglio. ma il non essere "conforme" evidentemente non crea problemi solo a lui, ma anche ai suoi insegnanti, che non pensano a nessuna strategia per recuperarlo, se non dirmi (ancora) "lo segua lei al pomeriggio".

l'anno prossimo dovrà fare le superiori, ma con che forza, con che spirito?


vede, gent.ma prof. se sono così preoccupata è perché insegno anch'io e sto cominciando ad essere molto preoccupata di dove sta andando la scuola (la sua in particolare e quella italiana in generale), non solo di dove andrà mio figlio.

non mi è facile scrivere queste cose, perché mi sento divisa fra il ruolo di mamma e quello di insegnante. bambini come Paolo ne vedo molti, appena un anno più grandi, nelle mie prime classi. insegno in un professionale, dove voi inviate tutti quelli alunni che non escono dall'esame con più di "sufficiente". che sono tanti, visto che ai professionali ci va quasi un terzo dei licenziati dalla media. sono bambini essenzialmente non scolarizzati, ma che avrebbero avuto buone potenzialità, che forse potevano essere buoni studenti... mi pesa entrare nel merito delle scelte didattiche dei docenti, ma mi domando e le domando: non pensate che ci sia qualcosa da riconsiderare leggermente?

faccio parte di un'associazioni di insegnanti di matematica che per statuto desidera promuovere una scuola "che non escluda", ma mi pare che la sua scuola, cara prof., escluda, e molto.

leggo nel vostro POF:

La scuola realizza appieno la propria funzione pubblica impegnandosi, in questa prospettiva, per il successo scolastico di tutti gli studenti, con una particolare attenzione al sostegno delle varie forme di diversità, di disabilità o di svantaggio. Questo comporta saper accettare la sfida che la diversità pone: innanzi tutto nella classe, dove le diverse situazioni individuali vanno riconosciute e valorizzate, evitando che la differenza si trasformi in disuguaglianza...

avete letto bene quanto c'è scritto o è stato solo un copiaincolla dalle indicazioni del Ministero? cosa è stato fatto per Paolo? cosa è stato fatto per quel terzo di alunni che indirizzate ai professionali? e per tutti quelli che odiano la matematica?
continua...