venerdì 27 agosto 2010

ritorno

siamo a casa. clandestino compreso. viaggio un po' pesante: la gatta che faceva miao ogni 30 secondi, i cani che ansimavano e la civetta che faceva ciuf con lo stesso ritmo della gatta ma sfasata. quindi tutto un miao ciuf arf arf... ora hanno mangiato tutti, sono tranquilli qua e là che dormono e tra poco vado a nanna anch'io. senza gli usignoli. buuuuuu....

martedì 24 agosto 2010

rescue team

eccolo qua. la settimana scorsa era dietro la mia roulotte che pigolava, caduto dal nido e in cerca della mamma. l'abbiamo messo sull'albero sperando che tornasse a riprenderselo, ma ore dopo era di nuovo per terra, in cerca di aiuto. cosa dovevamo fare? nel corso di tutti questi anni in campeggio abbiamo raccattato di tutto: scoiattoli, merli, passerotti... a volte è finita bene e altre no, ma siamo sempre pronti ad accogliere i piccoli in difficoltà. Anacleto sta con noi da giovedì scorso e sembra starci proprio bene. mangia, svolazza, pigola e fa una strana danza muovendo la testa da una parte all'altra. ancora non ho capito se è un gufo o una civetta, ma i pezzetti di filetto crudo gli piacciono un sacco.
mi sa che lo porto a casa. bestia più, bestia meno...

venerdì 30 luglio 2010

aggiornamenti

hola! mi sono dotata di chiavetta internet, che costa un tot, ma mi sta evitando una crisi di astinenza... il problema è che non si paga a tempo, ma a MB scaricati, quindi devo stare attenta a quello che faccio, che pagine apro, ecc...
allora... notiziona: mi hanno dato il trasferimento, a due passi da casa, in un liceo scientifico, per insegnare metematica e fisica. piccoli problemi collaterali: dovrò studiare da matti e non si sa con i ricorsi e i controricorsi  alla gelmini se questo trasferimento sia legale o no.... azz!
qui a Rovigno piove a dirotto da stamattina. secondo ..azz!
che ne dite di venirmi a trovare il 20 di agosto e fare un lungo fine settimana di ciàcole, tra una birra, un filetto , due patate fritte e uno spiedino?
 il mio numero di cellulare croato è +385917550879. alla faccia della privacy, lo scrivo nero su bianco. tenete conto che i messaggi e le telefonate costano un po' di più che verso un numero italiano. non chiamate di mattina presto perché dormo...

venerdì 9 luglio 2010

pronti? partenza...

vado a godermi le meritate vacanze a Rovigno. parto praticamente al verde, e piena di ansia, come al solito...
vorrei quaalcuno che mi dicesse: non preoccuparti, andrà tutto bene.
vi aspetto per il bar camp. mettetevi d'accordo con Giacomo o Thumper, se non riesco a collegarmi in rete...
un bacio a tutti.

martedì 6 luglio 2010

finita

almeno questi esami sono finiti... basta ponti, basta vaporetti soffocanti, caldo umido e afoso, alzatacce alle 5 di mattina, ragazzi che portano il fascismo e si collegano con cose a caso (ne avrebbero, di collegamenti da fare, ultimamente...) e che non sanno parlare e pensare... basta colleghi che confondono l'interrogare con il pontificare, basta verbali che spuntano all'ultimo momento, orari delle due sezioni da far coincidere, chiavette da estrarre senza che si danneggino e firme, sigle, voti e giudizi da riscrivere innumerevoli volte. abbiamo chiuso i plichi, apposto due (2) sigilli di ceralacca col timbro della scuola, affisso i voti all'albo, e siamo andati via. qualche collega non lo rivedrò più, altri forse l'anno prossimo. però ho guadagnato un amico di matita, very british...
sono stravolta dal sonno e dalla stanchezza e ieri ho perso la pazienza con le mie figlie. per futili motivi che non so nemmeno ricostruire, ma mi ha fatto male. di fondo c'è il fatto che oggi hanno passato la giornata con il loro padre, e la cosa mi rode, sì, mi rode, devo sentirmi un verme per questo?

domenica 4 luglio 2010

te la do io la manovra

ho ricevuto questa mail da un mio collega di matematica. l'idea non mi sembra male. passate parola, se vi va.


Gentili colleghi/e,
vi invio queste righe per chiedervi un parere.
Una premessa: la manovra economica che sta per essere varata dal governo - lo sappiamo tutti - ci colpisce in modo pesantissimo e, soprattutto, iniquo: per brevità, riporto da un sito sindacale (un sindacato "moderato", lo Snals):
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«Non solo è previsto, come per tutto il pubblico impiego, il blocco del rinnovo dei contratti, con il quale si impedisce ogni adeguamento delle retribuzioni al costo della vita, che resteranno ferme per almeno tre anni, sia quelle fondamentali che le accessorie. Alla scuola è riservata un’altra pesante penalizzazione: quella del blocco della progressione economica oltre a quella dello spostamento di ogni confronto sindacale alla fine del 2012 per la contrattazione del compenso individuale accessorio, per il personale ATA, e della retribuzione professionale docenti. Ai lavoratori della scuola, al personale ATA e ai docenti italiani si blocca la progressione economica. Si cancellano tre anni di lavoro: non hanno valore ai fini giuridici, vengono messi tra “parentesi”, valgono solo come un trascorrere del tempo in costanza di servizio, ma niente di più.  Al personale ATA e al personale docente che alla fine riuscirà a raggiungere i 35 anni di servizio, requisito minimo per ottenere il diritto alla pensione, lo Stato gliene conteggerà solo 32 per la progressione economica di carriera, impedendo quindi il raggiungimento dell’ultima posizione stipendiale. E questo costerà ai lavoratori un danno che subiranno per sempre, con effetti dunque sulla pensione e sulla liquidazione. (...) Anzi sono dirottate su altri bisogni finanziari del servizio di istruzione le risorse dell’articolo 64 della manovra del 2008, che invece dovevano integrare quelle contrattuali per la valorizzazione professionale, unica misura compensativa che destinava il 30% dei risparmi per l’unico obiettivi di qualità che era stato individuato. Agli insegnanti, che hanno una retribuzione media annuale di 25.000 euro, viene tolta in media una mensilità all’anno, ma per alcuni ancora di più.  E’ come se si prelevasse dalle loro tasche la tredicesima, una parte di salario dovuto per una prestazione lavorativa. Non è poi così diverso dal mettere le mani in tasca per togliere soldi con altre o maggiori tasse. Eppure, niente è chiesto a chi guadagna 90.000 euro all’anno. Un sacrificio minimo al 5% scatta per chi guadagna tra 90 e 150.000 euro, mentre solamente per l'importo eccedente i 150.000 euro è applicato il taglio del 10%. Per essere chiari: chi guadagna 100.000 euro ne paga 500, la metà di un collaboratore scolastico; chi guadagna 160.000 paga 4.000 euro, non molto di più di un professore delle scuole superiori.»

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Secondo i calcoli di un'altra sigla sindacale (Flc cgil), la perdita media per un docente di scuola secondaria II grado è di 1990 euro (si va dai 1188 euro per chi è nalla fascia 3-8 anni ai 2987 per chi è nella fascia 21-27).
Di fronte a questa manovra, altre categorie (dai poliziotti ai magistrati ai docenti universitari) hanno protestato o protesteranno. Hanno potere: otterranno. Sembra che solo noi insegnanti di scuola, che di potere non ne abbiamo, possiamo essere presi a schiaffi impunemente.
I nostri scioperi - lo sappiamo - non interessano a nessuno, non servono a nulla, se non a trattenerci dallo stipendio (magro) ulteriori quattrini (e di questo non ce n'è proprio bisogno). E allora? Non fare nulla? No: si tratta di trovare forme alternative, nuove ed efficaci (se condivise e diffuse) di protesta.
A ben vedere, noi disponiamo di almeno DUE strumenti potenzialmente assai "forti", e privi di controindicazioni (perchè perfettamente nell'ambito della legalità), per farci sentire. Strumenti che potrebbero generare danni economici notevoli (i SOLI argomenti in grado di ottenere l'attenzione dei decisori):
1) Il turismo scolastico "vale" come fatturato almeno 375 milioni/anno (http://static.touringclub.it/store/document/219_file.pdf): di più, se si considera l'indotto. I viaggi di istruzione passano per i collegi docenti, e per i singoli colleghi disposti (ma NON obbligati) a fare da accompagnatori: perché non azzerare questa voce, bloccando ogni viaggio di istruzione, come strumento di protesta (aspetto - ovviamente - da sottolineare bene)?
2) Adozioni dei libri di testo per il prossimo (2011/12) anno scolastico: secondo i dati ufficiali dell'AIE, l'editoria scolastica "vale" la cifra non indifferente di 676,8 milioni di euro (http://www.aie.it/Portals/21/Files%20allegati/sintesiRapporto2009_R.pdf). Le adozioni passano per i consigli di classe, prima, e per i collegi docenti, poi. Ma i docenti potrebbero legittimamente decidere di non adottare alcun testo scolastico, ricorrendo a materiale autoprodotto/trovato in rete (dove si reperisce veramente di tutto), ovviamente nel rispetto della legge sui diritti d'autore. Scrivere gli esercizi alla lavagna o distribuire qualche fotocopia è scomodo? Certamente. Ma non ne vale la pena?
Stiamo parlando potenzialmente di oltre UN MILIARDO di euro all'anno. Un miliardo (potenziale) ogni anno.
Basterebbe che almeno un collega proponesse l'idea ai collegi docenti, al momento delle delibere: naturalmente se alla manovra non saranno apportate quelle correzioni (soprattutto la rimozione del devastante blocco della progressione economica) in grado di cancellare le macroscopiche, inique misure punitive nei confronti della nostra (unica!) categoria di personale della scuola.
Che ne pensate? Mi sfugge qualcosa?
Se a vostro parere l'idea è buona, si tratterebbe di "farla girare" tramite la rete. Via email (o con altri mezzi che io non frequento e che lascio ad altri più bravi di me: facebook? o cose simili) e con un po' di partecipazione, la diffusione sarebbe esponenziale. E non sarebbe neppure molto difficile arrivare a fare notizia sulla stampa...
(Un'ultima cosa: non mi dite, vi prego, che così si danneggerebbero "terzi": gli operatori turistici, gli editori. Lo so bene, e non me ne rallegro. Anzi. Ma non ci vanno di mezzo SEMPRE "terzi", quando una categoria - dai medici agli avvocati, dai camionisti agli autoferrotranvieri - protesta? Non siamo noi insegnanti i "terzi" rispetto a chi fa pagare a noi, e ai nostri stipendi più bassi d'Europa, il peso dei conti a catafascio - ossia gli errori degli altri? Non sarebbe ora di finirla, e magari chiedere un po' di più a chi ha molto di più?). 
Un caro saluto (e scusate la lunghezza: non ho avuto abbastanza tempo per essere più breve...)
Ivan
 

sabato 3 luglio 2010

a Venezia fa caldo, ma si tira avanti

sto facendo gli esami di maturità a Venezia. ovviamente avevo chiesto qualunque sede tranne il centro storico, ma lassù non hanno capito... arrivare fin lì è allucinante: devo prendere il treno, poi il vaporetto, poi fare un pezzo di strada a piedi: questa settimana mi sono alzata alle 5 di mattina, che per una che dorme volentieri anche fino a mezzogiorno è un atto di violenza. i primi giorni ho provato a fare tutta la strada a piedi, ma non ce l'ho fatta: troppo peso da portare in giro sulle ginocchia artritiche. così imparo a ingrassare a dismisura. insomma la cosa è un po' devastante, ma stringo i denti e penso che così avrò un po' di soldi in più per Rovigno. che mi servono davvero.
Venezia è un posto strano, ma descrivere la sua stranezza è complicato, perché la vita vi scorre con ritmi diversi. in questi giorni ho passato momenti di odio totale per i ponti, per il caldo, per i negozi di falsi souvenirs che sono nati come funghi, e momenti di vero rapimento per le calli strette nelle quali un gatto è disteso a cogliere un po' di fresco, per i giardini nascosti che si intravedono dietro a vecchi cancelli, per le case cadenti che sono gioielli del passato, sfioriti ma ancora meravigliosi. e i vecchi, i tanti venessiani che non vogliono mollare la loro città anche se viverci è complicato, trascinando il carrello della spesa su e giù per i ponti, prendendo il vaporetto, dovendo pagare tutto a prezzi turistici.

non facevo la maturità da qualche anno e i ragazzi mi sembrano, nel complesso, peggiorati. non dicono grosse scemenze e sono anche discretamente preparati, chi più chi meno (in matematica molto meno, ma non infierisco). il problema è che non sanno parlare. non è un problema da poco: se alla domanda "cos'è il dominio della funzione" uno mi risponde "il dominio si calcola così e così" significa che le sue capacità logiche sono scarsine (sorvolando sul fatto che il dominio non si calcola ma si individua, e che comunque non lo sa né calcolare né individuare, ma vabbè queste son pignolerie). e poi è tutto un "ho portato Pirandello" e "mi collego con italiano". occhèi, siamo in un professionale, ma mi dicono che al liceo le cose non sono molto diverse e la cosa non mi consola affatto.

e giusto per aggiornare il mio ultimo post: ieri in treno ho trovato un collega che non vedevo da tempo e che lavora distaccato in uno degli uffici dell'usr (quello che una volta si chiamava provveditorato, per capirci). gli ho raccontato del corso che ho appena fatto e mi ha detto "scordati di poter utilizzare quel titolo. il nuovo regolamento sulla formazione non verrà approvato e tutti quelli che lavoravano per le ssis saranno tenuti fuori dalla nuova formazione degli insegnanti". che gioia!
Rovigno, mi serve Rovigno. e asilo politico in Croazia.

giovedì 1 luglio 2010

gli esami non finiscono mai

fatto! questo pomeriggio ho superato con esito positivo l'esame di quel dannato corso per tutor dei tirocinanti.
non so se mi servirà mai a qualcosa, ma sembrava anche una cosa abbastanza seria, visto che nella commissione c'era un dirigente del miur... boh. 
sono contenta perché sono riuscita a presentare il mio progetto sostenendo le mie idee anche se erano abbastanza ortogonali alle loro. tiè!




venerdì 4 giugno 2010

lady and the tramp

Giulia è andata via di nuovo, in questa stagione andare a lavorare a Jesolo in macchina vuol dire combattere con le code, così ha trovato un appartamentino e ci starà fin che non cambia di nuovo idea. stasera le mando un po' di cibo buono, così per qualche giorno è a posto... visto che una mia amica mi ha portato la carne macinata da Rovigno, ho fatto un bel ragù che dura e le polpettine per gli spaghetti di Lilli e il Vagabondo.

occorrono:
un chilo di macinata (mista manzo e maiale, non troppo magra, macinata due volte) 
due pugnetti di pangrattato e uno di grana
tre uova
noce moscata, origano, prezzemolo, aglio in polvere, sale (o insaporitore di qualche tipo, io uso la salamoia genovese) secondo i gusti.
olio per friggere e un po' di extravergine per la salsa
passata di pomodoro e, naturalmente
spaghetti.

impastate la carne con le uova, il formaggio, il pangrattato e gli aromi. con tanta pazienza formate delle polpettine grosse come una piccola noce (tanto mica andiamo col calibro: basta che si possano mangiare in un boccone). passatele in olio bollente (in una padella, circa due dita di olio) fino a che si colorano un poco. basta il tempo che la carne si sigilli, se no si spappola nella salsa. toglietele e asciugatele nella carta da cucina (queste dosi sono per un centinaio di polpettine). preparate la salsa con due bottiglie di passata e un po' d'aglio soffritto nell'olio (e una foglia di basilico alla fine ci sta bene) quando si è un po' asciugata aggiungete le polpettine e fate cucinare ancora una diecina di minuti. meglio fare il tutto in una pentola grande, tipo quelle da paella, così poi aggiungete gli spaghetti e servite in tavola che fa un bell'effetto.

ai miei bambini piace un sacco. si lavora un po' ma è un bel piatto unico, buono anche freddo se usate pasta corta. 

P.S. se poi ne volete fare una religione...

martedì 1 giugno 2010

atti giudiziari

l'altro giorno ho trovato nella cassetta della posta il solito avviso di raccomandata, verde stavolta: atti giudiziari. beh, o era una multa, o il vicino cretino che mi denuncia perché i cani fanno la cacca in giardino (il mio, ovviamente) e a lui dà fastidio, o l'ex... oggi sono andata a prenderla e dentro c'erano poche righe che dicono che lo stronzo il signor ..... ha depositato in tribunale a Venezia copia del ricorso, che devo andare a prendere nel mio comune. suppongo per il divorzio.
bene. 
domani leggerò cosa scrive il suo avvocato. per la separazione ha detto che non gliela davo abbastanza, nonostante tutti i regali che lui mi faceva quando tornava dai suoi viaggi. vediamo stavolta cosa si è inventato. 
mi sento di merda.

domenica 16 maggio 2010

insegnare ad insegnare

visto che di qua passa qualche collega prof, butto lì una domanda (che rivolgo comunque anche a chi prof non è, sono sicura che il buon senso può essere altrettanto utile): se qualcuno vi affidasse dei tirocinanti, che fareste? come organizzereste il lavoro con loro per insegnargli ad insegnare? devo preparare un progetto di tirocinio per il corso che ho seguito quest'anno, qualche idea ce l'ho, ma il vostro parere sarebbe prezioso.  mi sono letta un sacco di articoli in ssissese e didattichese, uno più vomitevole dell'altro, e il corso in generale  non è stato un granché, ci stiamo lamentando in molti, ma non molliamo, anzi...
vorrei fare qualcosa di controcorrente, non fosse altro che per manifestare il mio disappunto.
grazie per l'aiuto che mi darete.

ecco, più o meno...


martedì 11 maggio 2010

incontri

sabato ho passato la serata con un geek, con uno che non ne sa abbastanza e con una sognatrice...
bello. peccato che mancavano il pesce e il coniglietto... per non dire della nocciolina, di due o tre prof, del nomade... ma ci stiamo organizzando. tenetevi pronti. il blog camp ce lo facciamo autogestito.

giovedì 29 aprile 2010

dentro la famiglia

scrive oggi Lidia Ravera sull'Unità:

Chiunque sia sopravvissuto alla sua infanzia», diceva Flannery O’ Connor, grande narratrice nordamericana del sud, «ha di che scrivere un romanzo«. Era cattolica, appassionatamente credente, eppure lo vedeva, il male annidato nelle relazioni famigliari. La contiguità coatta, la reciproca dipendenza... e quel vedersi da vicino, tutti i giorni, che impedisce di illudersi sulle perfezioni dell’altro. La famiglia, spesso, è il luogo fisico della massima sciatteria relazionale: non ti trucchi e non ti vesti e non cerchi la luce migliore, per cenare con tuo marito. Non ascolti e non parli con i tuoi figli come parli e ascolti un’amica. Non metti in atto strategie seduttive, non dai il meglio di te. Il fatto che i genitori non te li sei scelti, che «ti sono capitati», spinge spesso i giovani a considerare quelli famigliari come rapporti gratuiti, per i quali non c’è bisogno di sforzarsi, di ricambiare favori o di provare gratitudine. Il fatto che i figli sono «tuoi» spinge spesso gli adulti a privilegiarli acriticamente, a esaltarli, a negare difetti e problemi per fare bella figura. Potrei continuare. Il primo gesto politico della mia vita è stato, nel mio liceo occupato, nel 1968, un seminario dal titolo «contro la famiglia». Niente di personale, ma l’ho sempre considerata un «luogo a rischio». Anche in assenza di patologie. Negli ultimi anni, poi, la faticosa normalità cede spesso alla violenza. Dicono che succedeva anche prima, ma adesso se ne parla. Se ne parla, infatti, ma quando è troppo tardi. Quando uomini spaventati dall’affermarsi della libertà femminile usano pugni, calci, coltelli e fucili contro le donne che non li vogliono più. Quando padri, fratelli, mariti esercitano sul corpo di figlie, sorelle, mogli un diritto che non esiste: prendersi un piacere non reciproco. Bisogna guardarci dentro, alla famiglia. Scoprire che cosa contiene. Quali affetti, quali malattie. Senza retorica.
 
credo che dovrei farlo anch'io...

domenica 18 aprile 2010

viaggi nello spaziotempo

ci sono momenti in cui un suono, un odore, un'immagine qualunque, ti fanno entrare in un'anomalia dello spazio-tempo, e improvvisamente sei in un altro luogo, in un altro tempo. non è che semplicemente ti ricordi di qualcosa, vivi effettivamente per alcuni secondi da un'altra parte.
l'altro giorno mi è capitato: ero in classe e stavo giustificando un alunno entrato in ritardo e improvvisamente mi sono trovata in un'altra classe, la mia classe di quinta liceo, maggio del '73 credo, a giustificarmi con la prof di matematica per essere arrivata in ritardo... mi stava rimproverando e non voleva farmi entrare e io, stufa delle sue continue vessazioni, mi sono permessa di risponderle che in fondo anche lei arrivava in ritardo, a volte, e che quella mattina avevo avuto dei problemi (dei quali non mi ricordo prorpio) e che insomma facesse quello che voleva ma che non lo trovavo giusto. poi sono uscita a farmi consolare dalla bidella. dopo un po' la prof è venuta a chiamarmi e, ostentando magnanimità, mi ha fatto entrare in classe. da quel giorno ha smesso di tormentarmi. 

per qualche secondo sono tornata nella mia scuola, con i miei compagni di classe, nel languido maggio trevigiano, e l'emozione di essere di nuovo lì mi ha fatto venire un groppo in gola. 
dico spesso che non tornerei indietro a rivivere la mia adolescenza, nemmeno per tutto l'oro del mondo. avere di nuovo sedici anni? diciotto? con tutte le paturnie che mi facevo perché mi chiamavano brufolo Bill? no grazie.
però lì, in quel momento, tornerei. mi sentivo al sicuro con i miei compagni di classe, sentivo di avere degli amici, sentivo di far parte di un gruppo, erano (lo sono ancora) persone speciali con le quali avevo un rapporto speciale. e anche adesso, dopo quasi quarant'anni, quando ci ritroviamo riusciamo a parlarci senza imbarazzi, ritroviamo la stessa confidenza di allora... 
lì, in quel momento, tornerei. a rivivere il mio entusiasmo e la consapevolezza di avere tanti progetti in testa, di poter ancora plasmare la mia vita, di avere ancora tante scelte da fare e il tempo per farle...
lì, in quel momento, tornerei. e prenderei da parte lui e gli direi quello che provo. e aspetterei di vedere come va a finire.

mercoledì 14 aprile 2010

c'è donna e donna

guardo i giornali, prima di andare a letto e faccio un balzo sulla sedia con le ultime trovate della marystar.
non ci credo, non posso crederci...

fortuna che poi mi consolo con un altro tipo di donna...

domenica 4 aprile 2010

salti da grillo

faccio outing: ho cominciato a pasticciare con internet iscrivendomi ad uno dei meetup di grillo. è stata un'esperienza gratificante che mi ha fatto conoscere persone meravigliose (con qualcuno ho iniziato un'amicizia che dura ancora) e mi ha fatto uscire dal guscio di dolore nel quale ero sprofondata. era l'inizio dell'esperienza del meetup e le cose erano molto diverse da ora: non c'erano ambizioni politiche, c'era una gran voglia di capire cosa non andava bene, di cambiare le cose dal basso, a cominciare da noi stessi, di convincere le persone informandole, si organizzavano conferenze lottando per trovare qualcuno che ci affittasse una sala, stampavamo volantini con mezzi di fortuna... il primo v-day è stato esaltante, con la gente che faceva la coda per firmare anche sapendo che avevamo finito i moduli vidimati, solo per esprimere la propria indignazione. ma le cose stavano già cambiando: qualcuno si stava facendo prendere dalla magia del fare, voleva statuti, votazioni, decisioni e adeguamento alle decisioni.  grillo cominciò a spingere la gente a farsi avanti nelle amministrazioni comunali. e certa gente non aspettava altro.
ho sempre sostenuto che non era quello il nostro ruolo, non era per quello che avevamo cominciato: avremmo dovuto piuttosto sbugiardare i candidati poco candidi e sostenere quelli onesti, ma la mia è diventata rapidamente una opinione di minoranza: la magia del fare è potente ed ha contagiato rapidamente tutti.
dei meetuppari della prima ora è rimasto poco: io ho cercato di resistere continuando a sostenere le mie idee, ma alla fine ho mollato...
ora dicono che i grillini hanno rubato voti alla sinistra e hanno contribuito alla sconfitta dei candidati di centrosinistra. e probabilmente è vero. ma la sinistra non si è accorta che le nostre istanze non erano campate in aria, erano istanze comuni a molte persone. chiedere che un candidato non sia né indagato né tantomeno condannato, è una cosa fondamentale; chiedere che ci si occupi di risparmio energetico è per lo meno doveroso; occuparsi di una gestione dei rifiuti rispettosa per l'ambiente è altrettanto importante; avere accesso alla rete nel modo più semplice ed economico per tutti non è una richiesta da marziani; chiedere una informazione libera dall'influenza  del potere è un bisogno elementare...
perché la sinistra non ha ascoltato queste richieste e ha permesso che molti, a cui queste richieste stanno a cuore, votassero per i grillini?
non so come andrà a finire ma è certo che invece di spezzettarsi bisognerebbe unirsi. ma unirsi davvero onestamente. tre anni sono pochi ma potrebbero bastare a rifondare una sinistra che ormai fa acqua da tutte le parti. anche con i grilli, non contro di loro, così come con il popolo viola. tre anni devono bastarci, se non vogliamo che questa maggioranza si attacchi a tutto e tutti, portando il marcio ovunque, senza che si possa più tornare indietro.



pasqua a casa

oh, finalmente da sola! figlio, figlie e morosi sono fuori dai piedi e io mi godo la pace a casa. ultimamente sono diventati un po' invadenti, sono sempre qui, tutti i pomeriggi e le sere, a farmi compagnia probabilmente, secondo loro... in realtà io starei bene anche da sola, a guardarmi annozero o la gabbanelli senza le loro chiacchiere di sottofondo. finisce che mi sento ospite a casa mia. che è diventata un po' un albergo, in finale: vengono i morosi, si fermano a cena, a dormire... per carità, sono io che ho incoraggiato questo comportamento dicendo che preferivo averli a casa piuttosto che in giro chissà dove... ma accidenti, quel che è troppo è troppo. 
che poi mi sento davvero un po' spaesata: per quanto io li ami tantissimo, sono ragazzi e si comportano da ragazzi, e il mio desiderio di avere attorno adulti normopensanti rimane un  po' frustrato... insomma vorrei parlare anche con degli adulti di cose da adulti. chiedo troppo?

venerdì 2 aprile 2010

senza parole

ricominciamo

sono ancora qui.
frastornata, stanca, dolorante, ma sono qui. e qui mi tocca restare.
basta frignare. ce l'abbiamo nel culo per un altro bel po'. impariamo a sopravvivere. un giorno cambierà. forse. se saremo abbastanza forti per respirare fuori dalla merda.