mercoledì 24 giugno 2009

alziamoci e parliamo

ci sono degli insegnanti che lasciano il segno. alcuni no, te li dimentichi perché erano piatti, entravano, facevano la loro lezione con poca passione, uscivano, e in classe era come se non ci fosse stato nessuno. oppure, anche se non si parlava di altro che della loro materia, sentivi, a pelle, che quello che avevano dentro non era sulla tua lunghezza d'onda, che avevano poco da darti oltre a qualche spiegazione e i compiti per casa.
ma ce ne sono altri che restano con te anche dopo anni, dei quali ricordi i pensieri con i quali intercalavano le spiegazioni. non ti hanno insegnato solo la loro materia, ma anche, almeno un poco, a vivere, a pensare. e ti hanno fatto diventare quello che sei.
il mio professore di inglese del liceo era tremendo. ci faceva fare i compiti in traduzione simultanea: lui dettava in italiano e noi dovevamo scrivere in inglese. 20 minuti un compito e gli avanzava anche tempo per spiegare o interrogare. non abbiamo usato il dizionario fino alla fine della seconda quando ci concesse, dopo le nostre insistenze, di usarlo in un compito. prendemmo tutti 4 perché, cercando le parole più adatte, finimmo per fare un casino bestiale con la grammatica. o imparavi l'inglese o morivi. sono sopravvissuta.
durante la lezione fumava almeno un paio di sigarette (allora, anni '70, si poteva), buttando la cenere nel cassetto della cattedra e ogni tanto gli prendevano degli accessi di tosse che temevamo restasse lì senza più fiato. ci raccontava di aver conosciuto JFK e gli brillavano gli occhi. credo che, dopo mio padre, sia stato l'uomo più importante per la mia educazione.
ricordo che un giorno ci disse che ogni tanto, alla sera, si fermava a tirare le somme di quello che aveva fatto perché così capiva meglio se aveva agito per il bene o no, se aveva fatto qualcosa di buono o no, perché non si deve vivere senza pensarci.
e poi un giorno ci fu una manifestazione a scuola, dei cartelloni un po' troppo sopra le righe, non ricordo bene, ma era qualcosa che non condividevamo ma subivamo, poveri alunni di seconda nel 1969 pieno di bufere. lui entrò in classe e ci chiese: ma siete d'accordo, voi? e noi rispondemmo, sinceramente, che non lo eravamo. e perché non lo dite? ma siamo piccoli, siamo in seconda, nessuno ci dà retta... male, perché quando si tace è come se si fosse d'accordo con quello che dicono gli altri. se non la pensate come loro e state zitti è come se gli deste ragione. se non la pensate come loro dovete dirlo o sarete responsabili delle loro parole, come se fossero le vostre.
ecco, quella fu un'illuminazione.
non posso dire di aver sempre seguito il suo consiglio, negli anni, anche se spesso, come tutti i timidi, mi costringo a fare le cose che mi terrorizzano di più (a parte muovermi da casa) e quindi sono una che dice sempre quello che pensa, ma non sempre lo dice.
se da una parte sento il bisogno di esprimere il mio disaccordo, dall'altra ci sono anni di educazione al rispetto delle convenienze (all'ipocrisia?) che mi frenano. col tempo però ho imparato anche a pensare: ecchissenefrega? cosa cambia se parlo? perché devo tacere? se ho un problema con quello che pensano gli altri, perché non posso dirlo? di' la verità, diventerà il problema dell'altra persona, diceva il grande Michael.
quindi sì, scorfy, dovremmo andare in mezzo al paese e urlarlo forte, il nostro dissenso. e che ne so, forse condirlo con qualche mi consenta, con qualche sono radicato sul territorio, anche con qualche vaffanculo, perchè no, se pensano che parliamo troppo bene. ma dovremmo parlare. perché scrivere solo qui, nei blog, su fb, per quanto sia diventato il mio gancio col mondo, comincia a non bastarmi più.

6 commenti:

  1. E poi non ci ascolteranno, diranno che siamo degli "intellettuali", Lucia, e torneremo a casa più sconfortati di prima...

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  2. non importa, almeno avremo la coscienza a posto, perché avremo detto quello che pensiamo.
    e poi, davvero... è molto bello parlarsi, qui, stringere amicizie, trovare affinità elettive virtuali, sapere che ci sono altri che la pensano come te... ma non basta. occorre impegnarsi, non credi?

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  3. Ieri avevo scritto un commento chilometrico, poi, non so per quale misterioso motivo, il blog e' impazzito e ha cancellato tutto -.- (in realta' son io che non son buono...)
    Questo discorso l'ho affrontato piu' o meno un paio di giorni fa.
    Sono d'accordo con te e, se fossi un professore (per fortuna dei ragazzi non lo sono:P), vi accompagnerei molto volentieri.
    Buona serata:)

    Rug.

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  4. azz... sono sicurac he mi sarebbe piaciuto, il tuo commento chilometrico... ora vado a vedere cosa hai scritto.
    bacio

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  5. Sei proprio sicura che ti sarebbe piaciuto?
    Quando scrivo tanto divento noioso:P
    Buonanotte:)

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  6. e io no? :-))
    buonanotte anche a te...

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