lunedì 15 giugno 2009

spendibilità e offerta formativa

sono due parole che si trovano per esempio in questo articolo piuttosto scemo.
la parola spendibilità viene spesso riferita al titolo di studio, tipo: un titolo di studio "spendibile". che accidenti è? cosa vuol dire che mi spendo il titolo di studio? cosa ci compro? disoccupazione? a parte che questa fissa di monetizzare sempre tutto mi fa veramente schifo, come si fa a dire che spendo la mia cultura (o la mia competenza)? al più la investo, la metto a frutto... spendere dà l'idea che la butto via, la baratto con qualcos'altro, invece deve restare mia, il mio tesoro (il mio tesssoro) e crescere.
l'offerta formativa invece è quella cosa tanto di moda con l'autonomia scolastica e che viene invocata per farcire il pof (che è una specie di dépliant pubblicitario della scuola) di un sacco di cose inutili ma che si spera attraggano glli alunni (l'utenza, della quale si parlerà) e li spingano a decidere di iscriversi. si va dal progetto benessere (educazione sessuale, conferenze contro le tossicodipendenze) al progetto gite sulla neve, al tango argentino, ai corsi di yoga... formativa? sa un po' di: come facciamo a darla via in modo che la comprino? se fosse per me ci metterei solo queste poche parole: qui si studia, e tanto.
giusto per ricordarmene, prossime parole saranno: imprenditore, stare sul territorio, utenza... e qualche altra che mi verrà in mente.

1 commento:

  1. qui si studia, e tanto... Finirai priva di utenza, cara mia...

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