nel post di ieri mi è rimasta fuori qualche questione (anzi tante ma devo piantarla di scrivere qui e darmi da fare con le tesine, ostrega!). due righe sole perché non posso sempre sproloquiare dallo scorfano...
merito, di cui ieri ho parlato ma tralasciando quello degli studenti. sarei tentata di dire che tanto non ce n'è molto, ma lasciamo perdere. premetto che vale lo stesso discorso di ieri: in sostanza, non c'è nessun merito nel fare il proprio dovere. se si sceglie di andare a scuola si studia, se no vai ad arare i campi, che fra parentesi è un lavoro bellissimo. come dice Lucio Russo (ingiustamente odiato da tanti, soprattutto a sinistra, perché ha il coraggio di dire pane al pane), non è che dobbiamo essere tutti dottori. e se sei a scuola non è che fai il tuo dovere prendendo tutti sei per il rotto della cuffia, devi imparare bene, diciamo almeno da sette... e con questo arriviamo alle eccellenze, che in mancanza di merito sono ben rare, ma che dovremmo valorizzare... diamogli una borsa di studio, permettiamogli di frequentare l'università, che altro si deve fare? (ma ci sono fondi? nella mia scuola professionale c'è qualcuno di meno peggio degli altri, che magari vorrebbe andare all'università, ma ha un sacco di problemi con i test d'ingresso. volevo organizzare dei corsi di preparazione per loro, ne erano entusiasti, ma il mio preside non mi ha finanziata... vabbè, non sono eccellenze ma eccezioni, però...)
ancora una volta il problema è mal posto, soprattutto grazie a quelli che del merito si inebriano.
più che valorizzare le eccellenze dovremmo fare in modo di capire le individualità. ne ho scritto qui e anche qui. da un punto di vista e per una storia completamente personali, è vero, ma come mio figlio ce ne sono migliaia.
ripeto: dobbiamo mettere tutti in condizione di essere promossi ma dopo averlo fatto non dobbiamo avere paura di bocciare perché solo così metteremo in risalto il merito. promuovere tutti per paura dei ricorsi, perché se no sballano le statistiche sul successo scolastico degli alunni, perché "sì, non ha le competenze ma ha socializzato con i compagni" e quanto di più deleterio possiamo fare per i nostri alunni.
il problema sono i sommersi non i salvati. e capire perché affogano.
P.S. mio figlio è stato bocciato, quest'anno, in prima liceo. e la bocciatura ci stava tutta. se la meritava.
merito, di cui ieri ho parlato ma tralasciando quello degli studenti. sarei tentata di dire che tanto non ce n'è molto, ma lasciamo perdere. premetto che vale lo stesso discorso di ieri: in sostanza, non c'è nessun merito nel fare il proprio dovere. se si sceglie di andare a scuola si studia, se no vai ad arare i campi, che fra parentesi è un lavoro bellissimo. come dice Lucio Russo (ingiustamente odiato da tanti, soprattutto a sinistra, perché ha il coraggio di dire pane al pane), non è che dobbiamo essere tutti dottori. e se sei a scuola non è che fai il tuo dovere prendendo tutti sei per il rotto della cuffia, devi imparare bene, diciamo almeno da sette... e con questo arriviamo alle eccellenze, che in mancanza di merito sono ben rare, ma che dovremmo valorizzare... diamogli una borsa di studio, permettiamogli di frequentare l'università, che altro si deve fare? (ma ci sono fondi? nella mia scuola professionale c'è qualcuno di meno peggio degli altri, che magari vorrebbe andare all'università, ma ha un sacco di problemi con i test d'ingresso. volevo organizzare dei corsi di preparazione per loro, ne erano entusiasti, ma il mio preside non mi ha finanziata... vabbè, non sono eccellenze ma eccezioni, però...)
ancora una volta il problema è mal posto, soprattutto grazie a quelli che del merito si inebriano.
più che valorizzare le eccellenze dovremmo fare in modo di capire le individualità. ne ho scritto qui e anche qui. da un punto di vista e per una storia completamente personali, è vero, ma come mio figlio ce ne sono migliaia.
ripeto: dobbiamo mettere tutti in condizione di essere promossi ma dopo averlo fatto non dobbiamo avere paura di bocciare perché solo così metteremo in risalto il merito. promuovere tutti per paura dei ricorsi, perché se no sballano le statistiche sul successo scolastico degli alunni, perché "sì, non ha le competenze ma ha socializzato con i compagni" e quanto di più deleterio possiamo fare per i nostri alunni.
il problema sono i sommersi non i salvati. e capire perché affogano.
P.S. mio figlio è stato bocciato, quest'anno, in prima liceo. e la bocciatura ci stava tutta. se la meritava.
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