mercoledì 22 dicembre 2010

ci voleva

come se non bastasse, non mi funziona il riscaldamento...

martedì 21 dicembre 2010

via tutti


mi pare che non ci sia altro da fare, soprattutto dopo aver visto questo video.

Al Parlamento Italiano
(630 Deputati e 321 Senatori - licenziamo anche quelli a vita)


Raccomandata A.R.  (notifica via web)

Oggetto:
notifica di licenziamento


Egregi Signori,
siamo spiacenti di informarVi che abbiamo deciso di rinunciare alla Vostra collaborazione. Tale provvedimento viene adottato per la seguente motivazione:  


  • sottrazione di beni aziendali nell'esercizio delle proprie mansioni (specie se fiduciarie)
  • condotta extralavorativa penalmente rilevante ed idonea a far venir meno il vincolo fiduciario
  • abbandono ingiustificato del posto di lavoro  
  • reiterate violazioni del codice disciplinare di gravità tale da condurre al licenziamento (basterebbe la rissa di ieri)
  • rifiuto ingiustificato e reiterato di eseguire la prestazione lavorativa/insubordinazione

Per i giorni di mancato preavviso non Vi verrà corrisposta alcuna indennità sostitutiva.
Vi invitiamo a prendere contatto con l'Ufficio Personale per il ritiro delle Vostre spettanze e dei documenti lavorativi.

Distinti saluti.

Firma
Il Popolo Italiano



grazie a viv

sabato 6 novembre 2010

quarantaquattro anni ma sembra ieri

quella volta pioveva da settembre, non come ora che due giorni di piogge feroci hanno fatto lo stesso disastro. ci ha fregati il fatto che l'anno prima sembrava dovessero rompersi tutti gli argini e fare un disastro, invece ci fu solo qualche pozzanghera. così quell'anno ci preparammo convinti che fosse un altro falso allarme. e invece fu tremendo.
mio papà lavorava al comune, non ricordo se fosse solo in giunta o anche vicesindaco. nei giorni precedenti faceva la spola tra lì, casa e la scuola. non l'avevo mai visto così preoccupato. avevamo sollevato i mobili del pianterreno, portato le automobili alla stazione dei treni, che era il punto più alto (non noi, che non avevamo l'auto, ma tutti gli altri). ci si preparava ma senza convinzione. non ricordo se facemmo in tempo ad avere la notizia di quello che era successo a Firenze e a Venezia, ma credo di sì, perché ricordo le immagini del disastro...
la notte fra il 4 e il 5 novembre miol padre rimase fuori, a sorvegliare gli argini della Livenza con quelli del Genio Civile (grazie a dio non avevamo ancora bortoladro bortolaso). tornò che albeggiava, dicendoci che  il fiume aveva rotto gli argini e l'acqua stava arrivando. poi andò a scuola, a vedere cosa poteva fare.
e l'acqua arrivò. ed era pauroso vederla rotolare sulle strade e salire, salire... sembrava non doversi fermare mai. mi tornavano in mente le parole che tante volte avevo sentito dai miei nonni: il fuoco lo puo i spegnere, il terremoto dura poco e poi passa, ma l'acqua non la fermi, non la contieni, non puoi lottare. 
ben presto ci rendemmo conto che aver sollevato i mobili non sarebbe servito a nulla, e li appoggiammo di traverso sulle scale. ci trasferimmo al primo piano, aspettando che la piena si fermasse. si fermerà, pensavamo, è già alta un metro, un metro e mezzo, due... si fermerà, quanta acqua c'è in quel fiume? ha rotto il Meduna, non la Livenza...
al tramonto smise, o comunque rallentò: eravamo in un lago, l'acqua da noi era arrivata a circa tre metri di altezza, e non eravamo nemmeno in uno dei punti più bassi. i mobili messi sulle scale avevano cominciato a galleggiare e poi si erano rovesciati, affondando con tutto quello che avevano dentro, come il titanic. gli elicotteri continuavano a girare, sopra di noi e il loro rumore mi faceva paura, non lo sopporto più, da allora. per le strade, divenute ormai vie d'acqua, giravano barche e gommoni dei pompieri e del genio, ci portavano notizie e soccorsi. mio padre era disperato per la scuola: tutte le apparecchiature dei laboratori erano perse...
non ho molti ricordi di quella notte, se non che mia mamma disse di aver dormito con la mano appoggiata al pavimento. il giorno dopo venne mio zio a prendermi, per portarmi da lui a Brescia. uscii dal terrazzino, salii con lui in gommone e andammo via fino al muretto dell'argine, sopra il quale camminammo in equilibrio precario per un bel po'.
di quello che accadde dopo ho solo i racconti dei miei.
la nafta era uscita da tutti i serbatoi e galleggiava ovunque. l'acqua ci mise due settimane per scendere del tutto, così la nafta ebbe il tempo di spargersi ben bene su tutti i muri. l'acqua era andata ma aveva lasciato il fango, e le carcasse degli animali, le mucche che galleggiavano gonfie, i cani, le galline...
ripulire fu un'impresa titanica. per anni continuammo a sentire puzza di nafta, a veder uscire umidità dai muri.
i danni furono immensi, per tutti gli abitanti. il duomo del Sansovino, la chiesa della Madonna, avevano tesori all'interno che andarono perduti. la scuola professionale, che mio padre amava come un altro figlio, ci mise anni per rimettersi in sesto, con l'aiuto degli alunni e degli ex alunni.
posso solo immaginare la disperazione della gente. la rivedo ora negli occhi di altri veneti messi in ginocchio da un'altra alluvione. sono passati tanti anni ma siamo ancora senza ritegno: non siamo ancora riusciti a capire che la terra si vendica di chi la violenta.

lunedì 25 ottobre 2010

ansia da separazione

ditemi che andrà tutto bene.
ditemi che andrà tutto bene.
ditemi che andrà tutto bene...

lunedì 18 ottobre 2010

i salvati

sono al Liceo da un mesetto, ormai. mi sento in paradiso, davvero. a parte che devo studiare un po', prima di far lezione, a parte la stanchezza, i 120 e passa nuovi alunni di cui non imparerò mai i nomi,  le classi di 30 persone, a parte le due sedi... dopo anni vado a scuola senza angoscia, posso ridere, scherzare, parlare di storia, di logica, di filosofia... insomma una goduria. e mi sono riconciliata con le generazioni dei ragazzini: questi sono sani, sono bravi, forse c'è speranza, per il futuro... 
però... però mi restano nel cuore i poveretti che ho lasciato nei professionali. che si fa per loro?

con fatica

è un bel po' che non scrivo. ho cinque bozze tra i post non pubblicati: cinque discorsi che ho cominciato e non sono riuscita a finire. volevo parlare delle sale parto: possibile che ora si muoia (o tuo figlio finisca cerebroleso) perché non ti fanno un cesareo in tempo quando una volta tagliavano anche per non dover essere disturbati di notte? in un altro parlavo dei miei colleghi rimasti senza posto e avevo anche iniziato un post per evocare lo scorfano, che mi manca e che continua a tacere, anche se ogni tanto lo incontro nei commenti, qua e là...
ma non ho pubblicato nulla. troppi altri pensieri (sempre gli stessi), troppa inquietudine.
Nichi si è laureata la settimana scorsa e non l'ho nemmeno festeggiata qui con voi. che mamma degenere...
sto aspettando l'udienza per il divorzio e non mi sento per niente tranquilla. né contribuiscono ad allentare la mia tensione le bollette arretrate non pagate, le multe (con fermo amministrativo della macchina) per aver pagato in ritardo l'abbonamento tv del 2008, i dieci euro che mi sono rimasti dello stipendio di settembre...
sto aspettando che passi. con fatica scivolo sui miei giorni cercando di pensare il meno possibile, sperando che le cose si risolvano da sole. perché io non posso farci nulla.
intanto mi perdo tra i campi di farmville. rincoglionita.
P.S. ecco, sarei tentata di non pubblicare nemmeno questo post. ma sarebbe un'autocensura e non mi va.

lunedì 13 settembre 2010

e undici

se si potesse aggiungerne un'undicesima, vorrei una macchina così

autista compreso.

venerdì 10 settembre 2010

dieci cose

Ipazia passa il testimone e lo raccolgo. anche perché mi ricorda il vecchio Cuore.
dunque, dieci cose per le quali vale la pena di vivere. che bel problema...
  1. i miei figli
  2. i miei cani*
  3. l'adagio del concerto per pianoforte e orchestra di Ravel
  4. "Viaggi" di Crichton
  5. Due per la strada
  6. le notti di maggio a Rovigno
  7. le librerie
  8. vederlo sul lastrico, solo e dimenticato dai suoi figli
  9. perdere 25 chili
  10. cucinare per gli amici
*e con questo, visto che i figli sono tre e i cani due, potrei essermi giocata le prime cinque cose...

venerdì 27 agosto 2010

ritorno

siamo a casa. clandestino compreso. viaggio un po' pesante: la gatta che faceva miao ogni 30 secondi, i cani che ansimavano e la civetta che faceva ciuf con lo stesso ritmo della gatta ma sfasata. quindi tutto un miao ciuf arf arf... ora hanno mangiato tutti, sono tranquilli qua e là che dormono e tra poco vado a nanna anch'io. senza gli usignoli. buuuuuu....

martedì 24 agosto 2010

rescue team

eccolo qua. la settimana scorsa era dietro la mia roulotte che pigolava, caduto dal nido e in cerca della mamma. l'abbiamo messo sull'albero sperando che tornasse a riprenderselo, ma ore dopo era di nuovo per terra, in cerca di aiuto. cosa dovevamo fare? nel corso di tutti questi anni in campeggio abbiamo raccattato di tutto: scoiattoli, merli, passerotti... a volte è finita bene e altre no, ma siamo sempre pronti ad accogliere i piccoli in difficoltà. Anacleto sta con noi da giovedì scorso e sembra starci proprio bene. mangia, svolazza, pigola e fa una strana danza muovendo la testa da una parte all'altra. ancora non ho capito se è un gufo o una civetta, ma i pezzetti di filetto crudo gli piacciono un sacco.
mi sa che lo porto a casa. bestia più, bestia meno...

venerdì 30 luglio 2010

aggiornamenti

hola! mi sono dotata di chiavetta internet, che costa un tot, ma mi sta evitando una crisi di astinenza... il problema è che non si paga a tempo, ma a MB scaricati, quindi devo stare attenta a quello che faccio, che pagine apro, ecc...
allora... notiziona: mi hanno dato il trasferimento, a due passi da casa, in un liceo scientifico, per insegnare metematica e fisica. piccoli problemi collaterali: dovrò studiare da matti e non si sa con i ricorsi e i controricorsi  alla gelmini se questo trasferimento sia legale o no.... azz!
qui a Rovigno piove a dirotto da stamattina. secondo ..azz!
che ne dite di venirmi a trovare il 20 di agosto e fare un lungo fine settimana di ciàcole, tra una birra, un filetto , due patate fritte e uno spiedino?
 il mio numero di cellulare croato è +385917550879. alla faccia della privacy, lo scrivo nero su bianco. tenete conto che i messaggi e le telefonate costano un po' di più che verso un numero italiano. non chiamate di mattina presto perché dormo...

venerdì 9 luglio 2010

pronti? partenza...

vado a godermi le meritate vacanze a Rovigno. parto praticamente al verde, e piena di ansia, come al solito...
vorrei quaalcuno che mi dicesse: non preoccuparti, andrà tutto bene.
vi aspetto per il bar camp. mettetevi d'accordo con Giacomo o Thumper, se non riesco a collegarmi in rete...
un bacio a tutti.

martedì 6 luglio 2010

finita

almeno questi esami sono finiti... basta ponti, basta vaporetti soffocanti, caldo umido e afoso, alzatacce alle 5 di mattina, ragazzi che portano il fascismo e si collegano con cose a caso (ne avrebbero, di collegamenti da fare, ultimamente...) e che non sanno parlare e pensare... basta colleghi che confondono l'interrogare con il pontificare, basta verbali che spuntano all'ultimo momento, orari delle due sezioni da far coincidere, chiavette da estrarre senza che si danneggino e firme, sigle, voti e giudizi da riscrivere innumerevoli volte. abbiamo chiuso i plichi, apposto due (2) sigilli di ceralacca col timbro della scuola, affisso i voti all'albo, e siamo andati via. qualche collega non lo rivedrò più, altri forse l'anno prossimo. però ho guadagnato un amico di matita, very british...
sono stravolta dal sonno e dalla stanchezza e ieri ho perso la pazienza con le mie figlie. per futili motivi che non so nemmeno ricostruire, ma mi ha fatto male. di fondo c'è il fatto che oggi hanno passato la giornata con il loro padre, e la cosa mi rode, sì, mi rode, devo sentirmi un verme per questo?

domenica 4 luglio 2010

te la do io la manovra

ho ricevuto questa mail da un mio collega di matematica. l'idea non mi sembra male. passate parola, se vi va.


Gentili colleghi/e,
vi invio queste righe per chiedervi un parere.
Una premessa: la manovra economica che sta per essere varata dal governo - lo sappiamo tutti - ci colpisce in modo pesantissimo e, soprattutto, iniquo: per brevità, riporto da un sito sindacale (un sindacato "moderato", lo Snals):
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«Non solo è previsto, come per tutto il pubblico impiego, il blocco del rinnovo dei contratti, con il quale si impedisce ogni adeguamento delle retribuzioni al costo della vita, che resteranno ferme per almeno tre anni, sia quelle fondamentali che le accessorie. Alla scuola è riservata un’altra pesante penalizzazione: quella del blocco della progressione economica oltre a quella dello spostamento di ogni confronto sindacale alla fine del 2012 per la contrattazione del compenso individuale accessorio, per il personale ATA, e della retribuzione professionale docenti. Ai lavoratori della scuola, al personale ATA e ai docenti italiani si blocca la progressione economica. Si cancellano tre anni di lavoro: non hanno valore ai fini giuridici, vengono messi tra “parentesi”, valgono solo come un trascorrere del tempo in costanza di servizio, ma niente di più.  Al personale ATA e al personale docente che alla fine riuscirà a raggiungere i 35 anni di servizio, requisito minimo per ottenere il diritto alla pensione, lo Stato gliene conteggerà solo 32 per la progressione economica di carriera, impedendo quindi il raggiungimento dell’ultima posizione stipendiale. E questo costerà ai lavoratori un danno che subiranno per sempre, con effetti dunque sulla pensione e sulla liquidazione. (...) Anzi sono dirottate su altri bisogni finanziari del servizio di istruzione le risorse dell’articolo 64 della manovra del 2008, che invece dovevano integrare quelle contrattuali per la valorizzazione professionale, unica misura compensativa che destinava il 30% dei risparmi per l’unico obiettivi di qualità che era stato individuato. Agli insegnanti, che hanno una retribuzione media annuale di 25.000 euro, viene tolta in media una mensilità all’anno, ma per alcuni ancora di più.  E’ come se si prelevasse dalle loro tasche la tredicesima, una parte di salario dovuto per una prestazione lavorativa. Non è poi così diverso dal mettere le mani in tasca per togliere soldi con altre o maggiori tasse. Eppure, niente è chiesto a chi guadagna 90.000 euro all’anno. Un sacrificio minimo al 5% scatta per chi guadagna tra 90 e 150.000 euro, mentre solamente per l'importo eccedente i 150.000 euro è applicato il taglio del 10%. Per essere chiari: chi guadagna 100.000 euro ne paga 500, la metà di un collaboratore scolastico; chi guadagna 160.000 paga 4.000 euro, non molto di più di un professore delle scuole superiori.»

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Secondo i calcoli di un'altra sigla sindacale (Flc cgil), la perdita media per un docente di scuola secondaria II grado è di 1990 euro (si va dai 1188 euro per chi è nalla fascia 3-8 anni ai 2987 per chi è nella fascia 21-27).
Di fronte a questa manovra, altre categorie (dai poliziotti ai magistrati ai docenti universitari) hanno protestato o protesteranno. Hanno potere: otterranno. Sembra che solo noi insegnanti di scuola, che di potere non ne abbiamo, possiamo essere presi a schiaffi impunemente.
I nostri scioperi - lo sappiamo - non interessano a nessuno, non servono a nulla, se non a trattenerci dallo stipendio (magro) ulteriori quattrini (e di questo non ce n'è proprio bisogno). E allora? Non fare nulla? No: si tratta di trovare forme alternative, nuove ed efficaci (se condivise e diffuse) di protesta.
A ben vedere, noi disponiamo di almeno DUE strumenti potenzialmente assai "forti", e privi di controindicazioni (perchè perfettamente nell'ambito della legalità), per farci sentire. Strumenti che potrebbero generare danni economici notevoli (i SOLI argomenti in grado di ottenere l'attenzione dei decisori):
1) Il turismo scolastico "vale" come fatturato almeno 375 milioni/anno (http://static.touringclub.it/store/document/219_file.pdf): di più, se si considera l'indotto. I viaggi di istruzione passano per i collegi docenti, e per i singoli colleghi disposti (ma NON obbligati) a fare da accompagnatori: perché non azzerare questa voce, bloccando ogni viaggio di istruzione, come strumento di protesta (aspetto - ovviamente - da sottolineare bene)?
2) Adozioni dei libri di testo per il prossimo (2011/12) anno scolastico: secondo i dati ufficiali dell'AIE, l'editoria scolastica "vale" la cifra non indifferente di 676,8 milioni di euro (http://www.aie.it/Portals/21/Files%20allegati/sintesiRapporto2009_R.pdf). Le adozioni passano per i consigli di classe, prima, e per i collegi docenti, poi. Ma i docenti potrebbero legittimamente decidere di non adottare alcun testo scolastico, ricorrendo a materiale autoprodotto/trovato in rete (dove si reperisce veramente di tutto), ovviamente nel rispetto della legge sui diritti d'autore. Scrivere gli esercizi alla lavagna o distribuire qualche fotocopia è scomodo? Certamente. Ma non ne vale la pena?
Stiamo parlando potenzialmente di oltre UN MILIARDO di euro all'anno. Un miliardo (potenziale) ogni anno.
Basterebbe che almeno un collega proponesse l'idea ai collegi docenti, al momento delle delibere: naturalmente se alla manovra non saranno apportate quelle correzioni (soprattutto la rimozione del devastante blocco della progressione economica) in grado di cancellare le macroscopiche, inique misure punitive nei confronti della nostra (unica!) categoria di personale della scuola.
Che ne pensate? Mi sfugge qualcosa?
Se a vostro parere l'idea è buona, si tratterebbe di "farla girare" tramite la rete. Via email (o con altri mezzi che io non frequento e che lascio ad altri più bravi di me: facebook? o cose simili) e con un po' di partecipazione, la diffusione sarebbe esponenziale. E non sarebbe neppure molto difficile arrivare a fare notizia sulla stampa...
(Un'ultima cosa: non mi dite, vi prego, che così si danneggerebbero "terzi": gli operatori turistici, gli editori. Lo so bene, e non me ne rallegro. Anzi. Ma non ci vanno di mezzo SEMPRE "terzi", quando una categoria - dai medici agli avvocati, dai camionisti agli autoferrotranvieri - protesta? Non siamo noi insegnanti i "terzi" rispetto a chi fa pagare a noi, e ai nostri stipendi più bassi d'Europa, il peso dei conti a catafascio - ossia gli errori degli altri? Non sarebbe ora di finirla, e magari chiedere un po' di più a chi ha molto di più?). 
Un caro saluto (e scusate la lunghezza: non ho avuto abbastanza tempo per essere più breve...)
Ivan
 

sabato 3 luglio 2010

a Venezia fa caldo, ma si tira avanti

sto facendo gli esami di maturità a Venezia. ovviamente avevo chiesto qualunque sede tranne il centro storico, ma lassù non hanno capito... arrivare fin lì è allucinante: devo prendere il treno, poi il vaporetto, poi fare un pezzo di strada a piedi: questa settimana mi sono alzata alle 5 di mattina, che per una che dorme volentieri anche fino a mezzogiorno è un atto di violenza. i primi giorni ho provato a fare tutta la strada a piedi, ma non ce l'ho fatta: troppo peso da portare in giro sulle ginocchia artritiche. così imparo a ingrassare a dismisura. insomma la cosa è un po' devastante, ma stringo i denti e penso che così avrò un po' di soldi in più per Rovigno. che mi servono davvero.
Venezia è un posto strano, ma descrivere la sua stranezza è complicato, perché la vita vi scorre con ritmi diversi. in questi giorni ho passato momenti di odio totale per i ponti, per il caldo, per i negozi di falsi souvenirs che sono nati come funghi, e momenti di vero rapimento per le calli strette nelle quali un gatto è disteso a cogliere un po' di fresco, per i giardini nascosti che si intravedono dietro a vecchi cancelli, per le case cadenti che sono gioielli del passato, sfioriti ma ancora meravigliosi. e i vecchi, i tanti venessiani che non vogliono mollare la loro città anche se viverci è complicato, trascinando il carrello della spesa su e giù per i ponti, prendendo il vaporetto, dovendo pagare tutto a prezzi turistici.

non facevo la maturità da qualche anno e i ragazzi mi sembrano, nel complesso, peggiorati. non dicono grosse scemenze e sono anche discretamente preparati, chi più chi meno (in matematica molto meno, ma non infierisco). il problema è che non sanno parlare. non è un problema da poco: se alla domanda "cos'è il dominio della funzione" uno mi risponde "il dominio si calcola così e così" significa che le sue capacità logiche sono scarsine (sorvolando sul fatto che il dominio non si calcola ma si individua, e che comunque non lo sa né calcolare né individuare, ma vabbè queste son pignolerie). e poi è tutto un "ho portato Pirandello" e "mi collego con italiano". occhèi, siamo in un professionale, ma mi dicono che al liceo le cose non sono molto diverse e la cosa non mi consola affatto.

e giusto per aggiornare il mio ultimo post: ieri in treno ho trovato un collega che non vedevo da tempo e che lavora distaccato in uno degli uffici dell'usr (quello che una volta si chiamava provveditorato, per capirci). gli ho raccontato del corso che ho appena fatto e mi ha detto "scordati di poter utilizzare quel titolo. il nuovo regolamento sulla formazione non verrà approvato e tutti quelli che lavoravano per le ssis saranno tenuti fuori dalla nuova formazione degli insegnanti". che gioia!
Rovigno, mi serve Rovigno. e asilo politico in Croazia.

giovedì 1 luglio 2010

gli esami non finiscono mai

fatto! questo pomeriggio ho superato con esito positivo l'esame di quel dannato corso per tutor dei tirocinanti.
non so se mi servirà mai a qualcosa, ma sembrava anche una cosa abbastanza seria, visto che nella commissione c'era un dirigente del miur... boh. 
sono contenta perché sono riuscita a presentare il mio progetto sostenendo le mie idee anche se erano abbastanza ortogonali alle loro. tiè!




venerdì 4 giugno 2010

lady and the tramp

Giulia è andata via di nuovo, in questa stagione andare a lavorare a Jesolo in macchina vuol dire combattere con le code, così ha trovato un appartamentino e ci starà fin che non cambia di nuovo idea. stasera le mando un po' di cibo buono, così per qualche giorno è a posto... visto che una mia amica mi ha portato la carne macinata da Rovigno, ho fatto un bel ragù che dura e le polpettine per gli spaghetti di Lilli e il Vagabondo.

occorrono:
un chilo di macinata (mista manzo e maiale, non troppo magra, macinata due volte) 
due pugnetti di pangrattato e uno di grana
tre uova
noce moscata, origano, prezzemolo, aglio in polvere, sale (o insaporitore di qualche tipo, io uso la salamoia genovese) secondo i gusti.
olio per friggere e un po' di extravergine per la salsa
passata di pomodoro e, naturalmente
spaghetti.

impastate la carne con le uova, il formaggio, il pangrattato e gli aromi. con tanta pazienza formate delle polpettine grosse come una piccola noce (tanto mica andiamo col calibro: basta che si possano mangiare in un boccone). passatele in olio bollente (in una padella, circa due dita di olio) fino a che si colorano un poco. basta il tempo che la carne si sigilli, se no si spappola nella salsa. toglietele e asciugatele nella carta da cucina (queste dosi sono per un centinaio di polpettine). preparate la salsa con due bottiglie di passata e un po' d'aglio soffritto nell'olio (e una foglia di basilico alla fine ci sta bene) quando si è un po' asciugata aggiungete le polpettine e fate cucinare ancora una diecina di minuti. meglio fare il tutto in una pentola grande, tipo quelle da paella, così poi aggiungete gli spaghetti e servite in tavola che fa un bell'effetto.

ai miei bambini piace un sacco. si lavora un po' ma è un bel piatto unico, buono anche freddo se usate pasta corta. 

P.S. se poi ne volete fare una religione...

martedì 1 giugno 2010

atti giudiziari

l'altro giorno ho trovato nella cassetta della posta il solito avviso di raccomandata, verde stavolta: atti giudiziari. beh, o era una multa, o il vicino cretino che mi denuncia perché i cani fanno la cacca in giardino (il mio, ovviamente) e a lui dà fastidio, o l'ex... oggi sono andata a prenderla e dentro c'erano poche righe che dicono che lo stronzo il signor ..... ha depositato in tribunale a Venezia copia del ricorso, che devo andare a prendere nel mio comune. suppongo per il divorzio.
bene. 
domani leggerò cosa scrive il suo avvocato. per la separazione ha detto che non gliela davo abbastanza, nonostante tutti i regali che lui mi faceva quando tornava dai suoi viaggi. vediamo stavolta cosa si è inventato. 
mi sento di merda.

domenica 16 maggio 2010

insegnare ad insegnare

visto che di qua passa qualche collega prof, butto lì una domanda (che rivolgo comunque anche a chi prof non è, sono sicura che il buon senso può essere altrettanto utile): se qualcuno vi affidasse dei tirocinanti, che fareste? come organizzereste il lavoro con loro per insegnargli ad insegnare? devo preparare un progetto di tirocinio per il corso che ho seguito quest'anno, qualche idea ce l'ho, ma il vostro parere sarebbe prezioso.  mi sono letta un sacco di articoli in ssissese e didattichese, uno più vomitevole dell'altro, e il corso in generale  non è stato un granché, ci stiamo lamentando in molti, ma non molliamo, anzi...
vorrei fare qualcosa di controcorrente, non fosse altro che per manifestare il mio disappunto.
grazie per l'aiuto che mi darete.

ecco, più o meno...


martedì 11 maggio 2010

incontri

sabato ho passato la serata con un geek, con uno che non ne sa abbastanza e con una sognatrice...
bello. peccato che mancavano il pesce e il coniglietto... per non dire della nocciolina, di due o tre prof, del nomade... ma ci stiamo organizzando. tenetevi pronti. il blog camp ce lo facciamo autogestito.

giovedì 29 aprile 2010

dentro la famiglia

scrive oggi Lidia Ravera sull'Unità:

Chiunque sia sopravvissuto alla sua infanzia», diceva Flannery O’ Connor, grande narratrice nordamericana del sud, «ha di che scrivere un romanzo«. Era cattolica, appassionatamente credente, eppure lo vedeva, il male annidato nelle relazioni famigliari. La contiguità coatta, la reciproca dipendenza... e quel vedersi da vicino, tutti i giorni, che impedisce di illudersi sulle perfezioni dell’altro. La famiglia, spesso, è il luogo fisico della massima sciatteria relazionale: non ti trucchi e non ti vesti e non cerchi la luce migliore, per cenare con tuo marito. Non ascolti e non parli con i tuoi figli come parli e ascolti un’amica. Non metti in atto strategie seduttive, non dai il meglio di te. Il fatto che i genitori non te li sei scelti, che «ti sono capitati», spinge spesso i giovani a considerare quelli famigliari come rapporti gratuiti, per i quali non c’è bisogno di sforzarsi, di ricambiare favori o di provare gratitudine. Il fatto che i figli sono «tuoi» spinge spesso gli adulti a privilegiarli acriticamente, a esaltarli, a negare difetti e problemi per fare bella figura. Potrei continuare. Il primo gesto politico della mia vita è stato, nel mio liceo occupato, nel 1968, un seminario dal titolo «contro la famiglia». Niente di personale, ma l’ho sempre considerata un «luogo a rischio». Anche in assenza di patologie. Negli ultimi anni, poi, la faticosa normalità cede spesso alla violenza. Dicono che succedeva anche prima, ma adesso se ne parla. Se ne parla, infatti, ma quando è troppo tardi. Quando uomini spaventati dall’affermarsi della libertà femminile usano pugni, calci, coltelli e fucili contro le donne che non li vogliono più. Quando padri, fratelli, mariti esercitano sul corpo di figlie, sorelle, mogli un diritto che non esiste: prendersi un piacere non reciproco. Bisogna guardarci dentro, alla famiglia. Scoprire che cosa contiene. Quali affetti, quali malattie. Senza retorica.
 
credo che dovrei farlo anch'io...

domenica 18 aprile 2010

viaggi nello spaziotempo

ci sono momenti in cui un suono, un odore, un'immagine qualunque, ti fanno entrare in un'anomalia dello spazio-tempo, e improvvisamente sei in un altro luogo, in un altro tempo. non è che semplicemente ti ricordi di qualcosa, vivi effettivamente per alcuni secondi da un'altra parte.
l'altro giorno mi è capitato: ero in classe e stavo giustificando un alunno entrato in ritardo e improvvisamente mi sono trovata in un'altra classe, la mia classe di quinta liceo, maggio del '73 credo, a giustificarmi con la prof di matematica per essere arrivata in ritardo... mi stava rimproverando e non voleva farmi entrare e io, stufa delle sue continue vessazioni, mi sono permessa di risponderle che in fondo anche lei arrivava in ritardo, a volte, e che quella mattina avevo avuto dei problemi (dei quali non mi ricordo prorpio) e che insomma facesse quello che voleva ma che non lo trovavo giusto. poi sono uscita a farmi consolare dalla bidella. dopo un po' la prof è venuta a chiamarmi e, ostentando magnanimità, mi ha fatto entrare in classe. da quel giorno ha smesso di tormentarmi. 

per qualche secondo sono tornata nella mia scuola, con i miei compagni di classe, nel languido maggio trevigiano, e l'emozione di essere di nuovo lì mi ha fatto venire un groppo in gola. 
dico spesso che non tornerei indietro a rivivere la mia adolescenza, nemmeno per tutto l'oro del mondo. avere di nuovo sedici anni? diciotto? con tutte le paturnie che mi facevo perché mi chiamavano brufolo Bill? no grazie.
però lì, in quel momento, tornerei. mi sentivo al sicuro con i miei compagni di classe, sentivo di avere degli amici, sentivo di far parte di un gruppo, erano (lo sono ancora) persone speciali con le quali avevo un rapporto speciale. e anche adesso, dopo quasi quarant'anni, quando ci ritroviamo riusciamo a parlarci senza imbarazzi, ritroviamo la stessa confidenza di allora... 
lì, in quel momento, tornerei. a rivivere il mio entusiasmo e la consapevolezza di avere tanti progetti in testa, di poter ancora plasmare la mia vita, di avere ancora tante scelte da fare e il tempo per farle...
lì, in quel momento, tornerei. e prenderei da parte lui e gli direi quello che provo. e aspetterei di vedere come va a finire.

mercoledì 14 aprile 2010

c'è donna e donna

guardo i giornali, prima di andare a letto e faccio un balzo sulla sedia con le ultime trovate della marystar.
non ci credo, non posso crederci...

fortuna che poi mi consolo con un altro tipo di donna...

domenica 4 aprile 2010

salti da grillo

faccio outing: ho cominciato a pasticciare con internet iscrivendomi ad uno dei meetup di grillo. è stata un'esperienza gratificante che mi ha fatto conoscere persone meravigliose (con qualcuno ho iniziato un'amicizia che dura ancora) e mi ha fatto uscire dal guscio di dolore nel quale ero sprofondata. era l'inizio dell'esperienza del meetup e le cose erano molto diverse da ora: non c'erano ambizioni politiche, c'era una gran voglia di capire cosa non andava bene, di cambiare le cose dal basso, a cominciare da noi stessi, di convincere le persone informandole, si organizzavano conferenze lottando per trovare qualcuno che ci affittasse una sala, stampavamo volantini con mezzi di fortuna... il primo v-day è stato esaltante, con la gente che faceva la coda per firmare anche sapendo che avevamo finito i moduli vidimati, solo per esprimere la propria indignazione. ma le cose stavano già cambiando: qualcuno si stava facendo prendere dalla magia del fare, voleva statuti, votazioni, decisioni e adeguamento alle decisioni.  grillo cominciò a spingere la gente a farsi avanti nelle amministrazioni comunali. e certa gente non aspettava altro.
ho sempre sostenuto che non era quello il nostro ruolo, non era per quello che avevamo cominciato: avremmo dovuto piuttosto sbugiardare i candidati poco candidi e sostenere quelli onesti, ma la mia è diventata rapidamente una opinione di minoranza: la magia del fare è potente ed ha contagiato rapidamente tutti.
dei meetuppari della prima ora è rimasto poco: io ho cercato di resistere continuando a sostenere le mie idee, ma alla fine ho mollato...
ora dicono che i grillini hanno rubato voti alla sinistra e hanno contribuito alla sconfitta dei candidati di centrosinistra. e probabilmente è vero. ma la sinistra non si è accorta che le nostre istanze non erano campate in aria, erano istanze comuni a molte persone. chiedere che un candidato non sia né indagato né tantomeno condannato, è una cosa fondamentale; chiedere che ci si occupi di risparmio energetico è per lo meno doveroso; occuparsi di una gestione dei rifiuti rispettosa per l'ambiente è altrettanto importante; avere accesso alla rete nel modo più semplice ed economico per tutti non è una richiesta da marziani; chiedere una informazione libera dall'influenza  del potere è un bisogno elementare...
perché la sinistra non ha ascoltato queste richieste e ha permesso che molti, a cui queste richieste stanno a cuore, votassero per i grillini?
non so come andrà a finire ma è certo che invece di spezzettarsi bisognerebbe unirsi. ma unirsi davvero onestamente. tre anni sono pochi ma potrebbero bastare a rifondare una sinistra che ormai fa acqua da tutte le parti. anche con i grilli, non contro di loro, così come con il popolo viola. tre anni devono bastarci, se non vogliamo che questa maggioranza si attacchi a tutto e tutti, portando il marcio ovunque, senza che si possa più tornare indietro.



pasqua a casa

oh, finalmente da sola! figlio, figlie e morosi sono fuori dai piedi e io mi godo la pace a casa. ultimamente sono diventati un po' invadenti, sono sempre qui, tutti i pomeriggi e le sere, a farmi compagnia probabilmente, secondo loro... in realtà io starei bene anche da sola, a guardarmi annozero o la gabbanelli senza le loro chiacchiere di sottofondo. finisce che mi sento ospite a casa mia. che è diventata un po' un albergo, in finale: vengono i morosi, si fermano a cena, a dormire... per carità, sono io che ho incoraggiato questo comportamento dicendo che preferivo averli a casa piuttosto che in giro chissà dove... ma accidenti, quel che è troppo è troppo. 
che poi mi sento davvero un po' spaesata: per quanto io li ami tantissimo, sono ragazzi e si comportano da ragazzi, e il mio desiderio di avere attorno adulti normopensanti rimane un  po' frustrato... insomma vorrei parlare anche con degli adulti di cose da adulti. chiedo troppo?

venerdì 2 aprile 2010

senza parole

ricominciamo

sono ancora qui.
frastornata, stanca, dolorante, ma sono qui. e qui mi tocca restare.
basta frignare. ce l'abbiamo nel culo per un altro bel po'. impariamo a sopravvivere. un giorno cambierà. forse. se saremo abbastanza forti per respirare fuori dalla merda.

martedì 9 marzo 2010

9 marzo

perché? c'era qualcosa da festeggiare, ieri?
quest'inverno poi mi è morta anche la mimosa...

martedì 2 marzo 2010

forma e sostanza

anni fa un mio collega (per il quale non ho mai nutrito molta stima, come ho già detto qui) fece una grossa stupidaggine, coinvolgendo anche qualche alunno, ma credo più per leggerezza che per reale malizia. ne seguì qualche guaio per la scuola e dovemmo convocare un collegio docenti straordinario per discuterne. lui si giustificò dicendo che era insofferente alle regole, che gli sembravano degli inutili orpelli, e che non vedeva la necessità di scatenare un putiferio per una cosa fatta così, un po' per fare, ma senza volontà di nuocere. inutile dire che il preside se lo sarebbe mangiato per colazione (cosa che purtroppo non fece e che portò ai risultati di cui ho parlato: fermarlo in tempo sarebbe stato opportuno) e che lo rimproverò aspramente ricordandogli che in quanto insegnanti dovremmo essere i primi a rispettare le regole (qualunque regola, anche se ci sembra inutile) e a dare l'esempio, se no era meglio cambiare mestiere...
ecco, inutile ora che i polverini i formigoni e i pidielli stiano a dire che le firme sono inutili, che la burocrazia impedisce la democrazia, che è ora di smetterla con questi inutili lacci e lacciuoli. c'è una norma? che la rispettino, punto. se no cambino mestiere.

p.s. è vero, godo un po', visto che capita ai pdl. ma giuro che mi indignerei altrettanto se fosse capitata ai politici che sento più vicini. a parte il fatto che se non sono capaci di presentare correttamente liste e firme, è proprio meglio che facciano altro nella vita....

caporetto

in lombardia la lista formigoni è fuori dai giochi perché hanno fatto casini con le firme (500 e passa non sono valide perché appartenenti a cognati dei cognati e anche a qualche altro cognato).
in lazio la lista del pdl non è stata ammessa e tutti stanno accusando tutti di complotti: la polverini ha abbandonato il suo fair play e la emma ribatte per le rime. tutto per un panino, pare.
il cda rai ha sospeso tutti i talk show per par condicio (traduzione in latino della frase: come far incazzare tutti allo stesso modo) prima delle elezioni: al loro posto tribune elettorali.
nel processo a berlusconi per i diritti mediaset la corte rifiuta il legittimo impedimento del presconsmin dicendo che i giudici sono stufi di farsi prendere per il culo (sabato effettivamente avevo letto in giro: legittimo un cazzo!).
il parlamentare del pdl eletto dalla 'ndrangheta si dimette dicendo: fatti errori ma non sono un mafioso (ha ragione, la 'ndrangheta non è la famigghia)
nei licei la riforma ha mandato tutti nel caos (ma va'. davvero? non pensavo...), pare che il più a rischio sia lo scientifico e dal ministero si invitano le famiglie aindicare una o due soluzioni di riserva nella domanda di iscrizione (nel senso: vorrei iscriverlo allo scientifico ma anche il sociopsico o il coreutico potrebbero andare?)
istat: in italia mai così tanti disoccupati.*
.........

minchia! che disastro... che sia il principio della fine?

*sono i titoli su repubblica.it di stasera, tralasciando il terremoto in cile, l'uragano in francia, i discendenti dei nazisti che si sono fatti sterilizzare.....

giovedì 25 febbraio 2010

se atene piange... ovvero. tutto il mondo e paese

beh, pare che una scuola del Rhode Island abbia deciso di licenziare buona parte dei docenti e del personale amministrativo (preside compreso) a causa degli scarsi risultati ottenuti dagli studenti che, per circa la metà, non riescono a raggiungere risultati soddisfacenti. agli insegnanti era stato chiesto di restare a scuola per una mezzoretta in più, di organizzare degli interventi a sostegno degli studenti, di frequentare un corso di aggiornamento e di pranzare con loro una volta alla settimana ma i sindacati non hanno accettato e da qui la lettera di licenziamento che avrà effetto dall'ultimo giorno di scuola di quest'anno.
la notizia fa riflettere... evidentemente non siamo gli unici ad avere questi problemi. temo però che da noi non sia ancora arrivata del tutto l'onda lunga delle conseguenze di scelte "esterofile". semplifico, ma il nocciolo del problema è questo: abbiamo fatto man bassa di tutte le "mode" che negli states andavano per la maggiore, senza valutarne l'effettiva efficacia ma semplicemente perché se lo facevano gli americani chiaro che era qualcosa di buono...
ho cercato resoconti e commenti, per esempio qui e qui. mi sembra che ci sia in giro la stessa aria che tira da noi: gli insegnanti sono fannulloni, prendono un sacco di solti (attorno ai 75 mila $, pare, che non è poco, ci metterei la firma), insegnare è una missione... ma anche un bellissimo "siccome gli alunni e i genitori non si possono licenziare, l'unica cosa che si fa è licenziare gli insegnanti"...
se è vero che in america sono sempre un passo avanti, colleghi, siete avvisati.

una testa da cambiare

di nuovo Lidia Ravera:
Fa paura, ormai, leggere i giornali. È una specie di «paura del mattino», paura delle luce, come, da bambini, si aveva paura del buio. È paura di sapere, paura di capire, di vederci chiaro. Ogni giorno si allarga il fronte scandaloso delle frodi, delle tangenti, delle alleanze segrete fra classe dirigente e malavita. Ogni giorno, mentre la maggioranza degli italiani deve affrontare, in una almeno delle sue molte ricadute personali, una contingenza negativa come la crisi economica, una esigua minoranza di italiani, si infila in tasca milioni di euro. Illegalmente. Si sa che i più forti, i più furbi, quelli nati nelle famiglie più forti o più furbe, i più aggressivi i più ambiziosi i più avidi i più determinati raggiungono posizioni prestigiose e gli altri vanno a coprire incarichi più bassi, più intercambiabili, magari essenziali alla comunità ma meno speciali, meno qualificanti. Diamo pure per scontato che un manager, un senatore, un amministratore delegato e un direttore generale guadagnino 100 mentre un operaio guadagna 5 e un impiegato 10. Ma non diamo per scontato che quel 100 non sia mai sufficiente a chi lo intasca, che diventi la base per avere mille, un milione, un miliardo. La forbice della diseguaglianza, sotto la spinta della disonestà, si è aperta fino a una dismisura insostenibile, il tessuto sociale si sta lacerando. Fra chi si compra una Bmw, una Ferrari, una jaguar, una audi e due yacht e chi ha problemi a pagare il mutuo di due camere e cucina perché qualcuno in famiglia ha perso il lavoro, è difficile qualsiasi forma di convivenza. Se Bmw Ferrari eccetera sono state comprate con soldi rubati, poi, la convivenza fra chi ha e chi non ha, diventa impraticabile. Resta soltanto una possibilità: amputare, coraggiosamente e radicalmente, la parte infetta dal corpo sociale. Purtroppo si tratta della testa. È questo che ci fa davvero paura.

e di nuovo non ho nulla da aggiungere.

martedì 23 febbraio 2010

libera... circa.

ho tolto il tutore sabato scorso! non ne potevo più ed è stata una vera liberazione. il braccio però è ancora mezzo morto e mi sento un'invalida. e poi ho troppo tempo per pensare, stando a casa a non far niente e questo non è bene, per niente.

mi sento di nuovo in trappola. le bollette arretrate mi inseguono e non so come fare a liberarmene. invece gli stipendi arretrati non arrivano. leggo le notizie sulla corruzione a cui si abbandonano tutti i nostri (s)governanti e mi viene una rabbia...
l'altro giorno nichi mi ha chiesto se mi mancava la scuola. ma neanche un po'! ma staccati un po' dal computer! non c'è niente che vorresti fare? certo! ma per tutto quello che vorrei fare (andare al cinema, uscire con le mie amiche, andare dalla parrucchiera o in palestra o a farmi fare un massaggio, andare a teatro, farmi un viaggio, insomma fare qualcosa per me stessa, qualcosa di diverso da quel niente che faccio tutti i giorni, ma sempre per gli altri) mi servirebbero soldi. soldi che non bastano mai perché ci sono i libri da comprare, gli abbonamenti di autobus e treno, il frigo da riempire, la connessione internet senza la quale non vivete (e neanch'io), la maglia che vi serve, le scarpe nuove che paolo ha già il 45 e cresce ancora, le ricariche del cellulare, le sigarette, il cinema che volete vedere...
no, non le ho risposto tutto questo. le ho solo detto che ho desideri che non mi posso permettere.
ma io mi sento in trappola. è come se fossi dentro le sabbie mobili. e per quanto sia stanca di sentirmi così non vedo via d'uscita.

venerdì 5 febbraio 2010

cpt scuola

insomma, credevo che la mia scuola fosse il bronx, ma vedo che sia LGO sia lanoisette (e basta leggere i commenti per trovare altre esperienze) hanno problemi simili ai miei. rappresentiamo un campione significativo? beh, un liceo, una media, un professionale: tre sole scuole, d'accordo, prese a casaccio, ma temo che rispecchino abbastanza fedelmente la realtà generale...
il mio problema, in classe, non è tanto insegnare la matematica, quanto un minimo di regole di convivenza civile. lo metterò fra gli obiettivi didattci, un giorno o l'altro (in quelle relazioni che nessuno legge mai): che restino vivi fino alla fine dell'anno.
nell'ultima settimana gli alunni della mia scuola hanno spalmato le pareti dei bagni con vilascioimmaginarecosa. ieri invece, con quel poveretto alle prime armi che mi sostituisce, hanno fatto una palla di carta, l'hanno spruzzata ben bene di profumo e poi le hanno dato fuoco.
ho un alunno che da qualche mese ha due sole modalità di comportamento: o dorme o rompe le balle a tutti. quasi nessuno è capace di restare seduto dall'inizio alla fine dei 50 minuti di lezione. se li rimproveri ti mandano serenamente a cagare (o in altri luoghi a scelta, secondo l'ispirazione del momento). se gli metti una nota se ne fregano, se li sospendi anche. paradossalmente, frequentano con assiduità, anche quando c'è la neve, o qualche sciopero, perché, essenzialmente, non sanno dove altro andare. e i genitori li mandano puntualmente a scuola, pur sapendo che non combinano nulla di buono, almeno a scuola sono al sicuro (e non rompono le balle a casa).
ecco, per molti alunni e per le loro famiglie (quando ci sono) la scuola è un centro di permanenza temporaneo.
ora, con tutta la comprensione possibile (sono mamma, prima di tutto, è quella la mia natura), che devo fare con questi poveri bambini sperduti? non sono certificati, non hanno il sostegno, spesso non hanno alle spalle una famiglia degna di questo nome, non hanno competenze, né conoscenze, non hanno voglia di imparare e non sanno quale sia l'importanza della cultura. ma quello che mi spaventa di più è che non hanno la consapevolezza delle conseguenze delle loro azioni. ma se non sanno quello che ho spiegato e rispiegato, semplificando all'osso e ripetendo infinite volte, non posso che prenderne atto e mettere votacci. perché non sono la loro mamma ma la prof di matematica.
ora è tempo di scrutini e di voti, appunto, compresi quelli di condotta, potente mezzo messoci a disposizione dalla mary* per contrastare gli indisciplinati. a quanto ho sentito nessuno si è sognato di cambiare i miei tre (congruenti ai criteri stabiliti dal pof, savasandire) e stanno piovendo sei e cinque in condotta con allegate sospensioni (anche fino a due settimane). che dire? godo un po', lo confesso. mi tormentano da quattro mesi, un po' di vendetta ci sta bene. ma cosa risolviamo?
mi ha fatto riflettere la sentenza di quei giudici che hanno condannato i genitori per non aver educato adeguatamente i figli. lo trovo giusto. discutibile ma giusto, tutto sommato. forse dovremmo anche noi arrivare a qualcosa del genere suppongo che in tutte le scuole i genitori abbiano firmato il patto educativo di corresponsabilità. perché non chiedere un sostanzioso risarcimento ai genitori latitanti in educazione? risaneremmo il bilancio delle scuole...
occhèi, forse esagero. ma così non si può andare avanti. dobbiamo fare qualcosa.

intanto la mary* ha varato il suo ridisordino delle superiori. ma questa è un'altra storia, e si dovrà raccontare...


aiuto!!!

è passata una settimana. SOLO una settimana... che palle! intanto devo dormire con quel coso attaccato al braccio: la prima notte mi sono addormentate all'alba, per sfinimento, seduta. ora ho cominciato a trovare una posizione decente, ma mi servono 5 cuscini diversi, e tenere il libro in mano per leggere è un'impresa. non posso fare molto se non cazzeggiare al computer ma usare il mouse con la sinistra e scrivere con una mano sola mi rallenta tutto il lavoro...
i miei figlioli mi stanno aiutando un sacco, ma ho dovuto cedere il bancomat per fare le spese e mi arrivano a casa con un sacco di cose che non servono...

e intanto la mary è arrivata con la sua riforma epocale...
questo mi fa stare anche peggio. ma di scuola parlerò domani.

martedì 2 febbraio 2010

convalescenza


eccomi qui, con un bel taglio di una diecina di centimetri sulla spalla destra, tenuto assieme da 17 graffette, e il braccio appoggiato ad un tutore che sembra un trasportino per i gatti... dormirci assieme non è comodo ma sto imparando. (quella nella foto non sono io, ovviamente: il mio tutore é blu).
ieri Nichi mi ha fatto il bagnetto, come si fa coi bambini, da sola faccio poco (fortunatamente andare in bagno fa parte di questo poco) e questo mi rende nervosa. insomma ho davanti un mesetto di inattività forzata (non che la mia vita di prima fosse frenetica, ma insomma, almeno uscivo di casa) senza nemmeno poter fare le cose più banali: pulire, stirare, cucinare... usare il computer è un po' complicato. scrivere diventa una cosa lunga e usare il mouse con la sinistra non è il massimo, soprattutto per mettere le galline nel pollaio di farmville... adesso devo mettere i voti del primo quadrimestre in rete, e sarà un bel match. meno male che avevo preparato una serie di giudizi standard che copiaincollerò.
il problema è che devo versarmi il vino con la sinistra e mia nonna non sarà affatto contenta: diceeva sempre che porta sfiga...

giovedì 28 gennaio 2010

scopriti, svergognata!

dice Lidia Ravera sull'Unità di oggi
Adesso sono tutti d’accordo, dal Presidente Sarkozy alla ministra Carfagna: vietiamo il Burqa, strappiamo alle immigrate il Niqab dalla faccia. Fuori dalla scuola le sottomesse alla Religione Padrona. Se vogliono stare nei nostri civilissimi Paesi che si mettano anche loro microgonna e push up, mostrino il culo, mostrino il seno, come facciamo noi, che abbiamo conquistato la libertà di farci valutare al primo sguardo. Noi sì che sappiamo come si trattano le donne. Diamo “Pari opportunità” alle immigrate. Vietiamo loro di essere diverse da noi. Chissà, magari aumentiamo la fornitura di quarti di manza da appendere al gancio delle nostre libere macellerie! È curioso, tutto questo improvviso interesse per l’emancipazione femminile. È curioso che, ancora una volta, si decida di legiferare sul corpo delle donne, come se appartenesse non alle donne medesime, in quanto persone, ma allo Stato, ai Governi. Tutte velate, vuole la Legge Coranica. Tutte svelate, vuole la Legge Italica. E le donne continuano a venire vestite e spogliate, obbligate e ricattate, costrette a piegarsi o comandate a ribellarsi. Il rispetto dov’è, in tutto questo vociare? «Tutti in Afganisthan a liberare le Afgane dall’oppressione degli Afghani». È quello che siamo andati a fare in Afghanistan, in Iraq? No, naturalmente, ma pare bello nascondersi dietro questa sorta di Cavalleria Violenta. Le donne immigrate nel nostro Paese da Paesi di diversa tradizione culturale e religiosa, devono essere aiutate e sostenute e difese se e quando vogliono ribellarsi a padri padroni, usanze intollerabili, limitazione della loro libertà personale. Non devono passare dalla tutela dei Komeinisti a quella dei Leghisti, dalla persecuzione dell’integralismo islamico a quella della presunta superiorità morale occidentale. Le donne hanno diritto alla libertà. Tutte.

non ho altro da aggiungere.

martedì 12 gennaio 2010

disposizione affettiva

non sono tanto in vena, in questi giorni. le settimane tra le vacanze di natale e il mio compleanno non sono mai tanto divertenti, per me. son qui che aspetto che succeda qualcosa, non so nemmeno io cosa, ma che faccia cambiare tutto...

btw, avevo in mente, già prima di leggere il post di Thu', qualcosa su quello che succede in classe...
anni fa, quando i miei alunni mi chiedevano: a che mi serve questo, a che mi serve quello, mi sperticavo in lunghi e maternalistici (paternalistici non posso...) discorsi su quanto sia utile imparare, su quanto la cultura serva, nella vita, per migliorare se stessi e la qualità del proprio lavoro... se studi e magari vai anche all'università, dicevo, puoi fare un lavoro migliore, magari meglio retribuito di quello che faresti solo col diploma o, peggio, solo con la terza media. ora, capirete bene che col passare del tempo queste parole sono diventate del tutto fuori luogo. non solo non è affatto vero che ad un titolo di studio più alto corrisponda uno stipendio migliore, ma nemmeno avere una laurea è più un "di più" in termini di prestigio o di stima. d'accordo, ci sono laureati del tutto ignoranti e per contro dei "non titolati" con una grande cultura. ma mentre a quelli della mia generazione è capitato di sentirsi dire: sei laureato? càspita! ai più giovani credo non accada più. più frequentemente il commento è: sei laureato? e chi te l'ha fatto fare?
allora ho cambiato musica. se qualcuno mi chiede ora: a che mi serve quello che stiamo facendo, gli rispondo (abbastanza) serenamente: puoi farlo perché vuoi avere una cultura, puoi farlo perché se no ti boccio, oppure puoi farlo perché mi vuoi bene e vuoi farmi piacere. i miei bambini spesso ridono, ma non si rendono conto che quel che dico è assolutamente vero. la disposizione affettiva è fondamentale. e ne ho avuta la prova pochi giorni fa.
quest'anno, tra le classi disastrate di alunni affidati alle mie cure, c'è una seconda meccanici che è particolarmente sgarruppata. sanno meno di zero, sono totalmente scoraggiati, assolutamente demotivati e del tutto privi di disciplina. su 50 minuti di lezione sono contenta se riesco a farne 30. il resto se ne va per ottenere ordine e silenzio. li ho martellati a furia di sgridate, ripassi, esercizi e maternali (ancora, sì). e poche settimane fa ho cominciato a vedere che mi cercano, in ricreazione. vengono a fumare una sigaretta in compagnia, mi raccontano le loro cose, mi chiedono di me... e hanno cominciato a lavorare. l'ultimo compito è andato meno peggio del solito. d'accordo, hanno scopiazzato, ma vuoi mettere la differenza con il consegnare il foglio in bianco? insomma, piccolo quanto si vuole, ma è un passo in avanti.

ecco, se ci sono riuscita, questo fa di me un buon insegnante? non credo, mancano ancora un sacco di cose... e poi, come fai entrare queste piccolezze in una valutazione obiettiva? e poi mi è riuscito con loro, mica detto che ce la faccio con tutti. però son soddisfazioni.

ora vado dai grandi, la quinta del serale. anche quelli mi adorano, ma è facile con quarantenni che hanno tutta un'altra mentalità...